«Il cda di Ubi Banca avrebbe dovuto ricordare agli azionisti che, ove gli stessi non aderissero all’ offerta, si troverebbero con un’ azione contraddistinta da un prezzo che non conterrà il premio implicitamente riconosciuto nell’ ambito dell’ offerta in favore degli aderenti (pari a circa il 28% sulla base dei prezzi al 14 febbraio 2020)». Lo precisa in una nota Intesa Sanpaolo, a proposito del cda di Ubi del 3 luglio, in cui è stato bocciata la proposta di Intesa e aggiornato il piano industriale.
Secondo Intesa Sanpaolo «la legge e la prassi impongono di determinare il concambio di fusione (e quindi di valutare incorporante e incorporata, ovviamente senza premio di controllo) con criteri e metodologie che si ispirano anzitutto al principio di omogeneità e comparabilità degli elementi considerati, principio, questo, che garantisce la correttezza e la congruità del concambio»