Mercoledì 10 giugno i centri antiviolenza della Liguria riprendono la loro attività in presenza in tutte le loro sedi.
Durante la prima fase dell’emergenza i centri antiviolenza si sono riorganizzati per garantire anche a distanza tutti i servizi di ascolto, sostegno, informazioni, consulenza legale e supporto psicologico a favore delle donne.
In più, proprio per confermare la vicinanza delle istituzioni a tutte le donne vittime di violenza, Regione Liguria e Costa Crociere Foundation hanno lanciato la campagna di informazione #nonseisola: «Il messaggio – dice l’assessore regionale alle Pari opportunità Ilaria Cavo – era quello che le istituzioni, anche nella fase più drammatica dell’emergenza coronavirus, erano presenti. Chieder aiuto ai centri è sempre stato possibile attraverso il numero nazionale 1522 e i contatti delle singole strutture, anche nel periodo in cui le misure di contenimento del contagio hanno limitato le possibilità di spostamento».
Nei mesi del lockdown sono state più di 250 i “nuovi contatti” di donne che per la prima volta si sono rivolte ai centri antiviolenza liguri: «Un risultato importante, che prova come le vittime di violenza abbiano raccolto il messaggio della campagna nonostante le limitazioni e il controllo a cui erano sottoposte – commenta Cavo – Nel frattempo, le operatrici e le volontarie hanno lavorato per rendere sicuri i locali e per riorganizzare le attività in modo da ridurre i rischi di contagio, anche grazie ai dispositivi di protezione messi a disposizione da Regione Liguria e ai finanziamenti appositamente previsti dal Dipartimento Pari Opportunità. Grazie a questo lavoro, ora i centri sono pronti per ripartire con l’attività in presenza».
«Inoltre – conclude l’assessore – per fronteggiare al meglio il lockdown continuando a garantire assistenza e supporto, i centri antiviolenza hanno seguito un percorso di digitalizzazione acquisendo strumentazioni e competenze grazie al progetto avviato con Costa Crociere Foundation. Le strutture liguri hanno risposto prontamente a questa opportunità di crescita, fondamentale non solo nell’emergenza ma anche per il futuro: le competenze acquisite serviranno a rendere i centri sempre più accessibili e vicini alle donne bisognose di aiuto».