Anche la filiera della nautica, così come tutti i settori industriali, sarà interessata da una riapertura programmata delle varie attività nelle fasi post emergenza. Se ne è parlato ieri nel corso della teleconferenza fra una delegazione di Confindustria Nautica, guidata dal presidente Saverio Cecchi, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione economica, Mario Turco, accompagnato dal direttore generale di Investitalia, Giancarlo Defazio.
L’intrinseca caratterizzazione stagionale della produzione, dei servizi e del turismo, l’andamento del ciclo di cassa, attivo principalmente nei mesi di aprile, maggio e giugno, l’impatto che il protrarsi anche di qualche settimana del blocco delle attività avrà sul produzione del prossimo anno, fanno della filiera nautica una delle più colpite dai provvedimenti di contenimento dell’emergenza sanitaria, anche più di quella del turismo.
Per questo l’associazione di categoria, nelle scorse settimane, aveva inviato alla presidenza del Consiglio un articolato “Piano per la riapertura programmata delle attività della filiera nautica”.
Il lavoro si è basato sulle due rilevazioni statistiche dello stato delle aziende del settore, suddivise negli 8 segmenti in cui è articolata l’associazione (costruttori di navi, natanti e imbarcazioni, battelli pneumatici, unità a vela, motori, componenti ed accessori, servizi, charter e porti, dealer e reti di vendita).
La richiesta di una riapertura modulare, progressiva e controllata delle attività è stata rappresentata al governo, non come una mera rivendicazione di un comparto in difficoltà, ma quale risultato delle precise risultanze delle proiezioni economiche sugli effetti progressivi del protrarsi nelle prossime settimane della chiusura delle attività.
In particolare sono state illustrate, per le diverse tipologie di aziende della filiera, gli effetti sui piani di consegna, sulle connesse attività della subfornitura, della componentistica e dell’accessoristica, sulla produzione 2021, su tutte le attività di servizi, del charter e della portualità, sullo stato di liquidità delle diverse tipologie di imprese.
È stato anche analizzato il tema degli ingenti crediti Iva che sono strutturali per un settore con un export dell’86% del valore della produzione e che necessitano di una garanzia pubblica per finanziare la filiera con il sistema bancario “pro soluto”.
La proposta avanzata da Confindustria Nautica, inoltrata anche ai ministri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti, prevede precise indicazioni per quanto riguarda il necessario concerto con i sindacati, l’adesione volontaria dei lavoratori, le tutele sanitarie, la sanificazione degli ambienti di lavoro, e si candida pertanto a essere un caso pilota per le iniziative che il governo vorrà assumere nella cosiddetta “fase 2”.
«Siamo consapevoli – dice il sottosegretario Turco – della necessità di far ripartire il settore della nautica che vive, per sua natura, di un ciclo produttivo breve. E che oggi, come altri comparti industriali, sta subendo gli impatti negativi dell’emergenza sanitaria. Condivido alcune proposte che mi sono state avanzate e mi farò interlocutore con il governo per cercare ulteriori misure a sostegno della liquidità dell’intera filiera dell’industria nautica».
«Abbiamo avuto diretta testimonianza di come l’atteggiamento di pronto adeguamento alle disposizioni del governo, il basso profilo mediatico, la concretezza e la capacità di proposta tecnico-normativa di Confindustria Nautica siano stati apprezzati e confidiamo che le nostre proposte possano trovare accoglimento», commenta Cecchi.