Gemellaggio tra il Comune di Genova e le municipalità di Calasetta e di Carloforte. La delibera, proposta dall’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale.
«L’idea del gemellaggio è nata dalla volontà di valorizzare gli aspetti culturali, storici e di comune tradizione che legano i diversi territori, e che non si sono mai perduti in questi anni. Il rafforzamento delle relazioni sarà dunque l’occasione per attivare percorsi condivisi di tipo culturale, turistico, commerciale» spiega l’assessore Grosso.
Il legame storico tra Genova e le comunità di Calasetta (isola di Sant’Antioco) e di Carloforte (isola di San Pietro) affonda, infatti, le sue radici nel XVIII secolo, quando 600 pescatori di corallo provenienti dall’isola di Tabarca si rifugiarono in San Pietro e in Sant’Antioco per sfuggire alle continue incursioni dei barbari. Tabarca, che fa parte dell’arcipelago tunisino, apparteneva alla nobile famiglia genovese dei Lomellini la quale, nella seconda metà del XVI secolo, inviò sull’isola un gruppo di pescatori originari di Pegli che vennero ridotti in schiavitù dal Bey di Tunisi. Carlo Emanuele III di Savoia li riscattò e li fece trasferire sulle isole di San Pietro e di Sant’Antioco dove portarono la lingua e le tradizioni delle loro origini pegliesi, tanto che ancora oggi vengono definiti “tabarchini”.
E proprio per sancire le radici storiche comuni, era stato richiesto ad Unesco il riconoscimento dell’epopea tabarchina quale patrimonio immateriale, in quanto esempio di unità culturale, che testimonia la forza e l’impatto della storia di Genova in Europa e nel mondo. La prima candidatura non ha però avuto esito positivo e pertanto, su consiglio del ministero del Beni culturali, il dossier verrà ripresentato a Unesco, come esempio di buone pratiche.
«Non appena la situazione lo permetterà – annuncia Grosso – il Comune di Genova metterà in moto le procedure per un possibile gemellaggio con la città tunisina di Tabarka».