I pescatori liguri proclamano lo stato di agitazione in seguito ai recenti provvedimenti legislativi sul settore. Si è svolta venerdì 4 novembre all’Infopoint a Imperia Oneglia la riunione dei pescatori liguri autorizzati alla pesca del pesce spada. Una riunione accesa da cui è emersa la forte preoccupazione degli operatori del settore alla luce dei recenti provvedimenti legislativi che hanno penalizzato la pesca e creato preoccupazione e disagio nelle marinerie.
Barbara Esposto ed Augusto Comes, referenti regionali dell’Alleanza delle Cooperative, reduci dai recenti incontri a Bruxelles al Parlamento Europeo,ad Ajaccio al Medac e a Salonicco con la Rete Farnet hanno chiamato a raccolta i pescatori per informarli degli esiti delle riunioni ed all’unanimità è stato proclamato lo stato di agitazione permanente del settore.
L’Alleanza delle Cooperative Ligure, ritiene che date le caratteristiche particolari del Mediterraneo, bisognerebbe avviare per tutte le attività di pesca praticate in questo mare, una procedura di armonizzazione delle varie legislazioni sia comunitarie che dei paesi extracomunitari, oltre all’esigenza di adottare dei piani di gestione comuni e condivisi.
«Le 45 imbarcazioni autorizzate alla pesca del pesce spada in Liguria – si legge in un comunicato stampa dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – di cui 27 nel Compartimento di Imperia, sono di modesto tonnellaggio ed effettuano battute di pesca giornaliere: non sono navi fattoria! È come applicare a un contadino con un piccolo appezzamento di terreno il medesimo trattamento di una multinazionale che coltiva distese di ettari ed ettari di granoturco. Assurdità che i pescatori liguri non accettano di subire passivamente. Si chiede a gran voce che si tenga in debito conto delle caratteristiche del Mediterraneo e della flotta italiana, in particolare quella ligure, caratterizzata per l’70% da imbarcazioni della “piccola pesca artigianale” che svolgono battute di pesca giornaliere. Principio che deve essere inserito nella normativa del settore e che deve essere assolutamente tutelato».
«Abbiamo proclamato lo stato di agitazione permanente del settore – affermano i pescatori nel comunicato – non escludendo azioni clamorose per la riaffermazione della dignità dei pescatori. Abbiamo già subito la chiusura della pesca del tonno: i nostri mari sono pieni di tonno e le nostre barche non possono pescarli mentre oltre le 12 miglia nelle acque internazionali le imbarcazioni extracomunitarie ne riempono le stive. Non accetteremo che per il pesce spada si adottino le medesime logiche politico-economiche insensate e vessatorie per gli imprenditori ittici italiani».