Gli italiani preferiscono una vacanza in Italia per l’estate 2021. A dirlo è l’indagine sul turismo enogastronomico condotta da TheFork, piattaforma globale di prenotazione dei ristoranti online.
Nella top 10 delle regioni di mare più scelte c’è anche la Liguria, indicata dal 5% dei rispondenti all’indagine, al settimo posto. In prima posizione troviamo la Sicilia (14%), seguita da Puglia (13%), Toscana (10%), Sardegna (10%), Trentino-Alto Adige (7%), Emilia Romagna (6%). Seguono poi, dopo la Liguria, Calabria (5%), Campania (4,6%), Marche (4,5%).
Prevale dunque il mare come destinazione preferita (scelta dal 66%), con un 11% di preferenze riservate al Trentino-Alto Adige.
Il 17% dei rispondenti invece opterà per un mix tra destinazioni di mare, di montagna e città d’arte. C’è anche però chi ha deciso di uscire dai confini nazionali: il 33% di coloro che partiranno per le vacanze si spingerà fuori dall’Europa mentre tra i Paesi continentali preferiti troviamo al primo posto la Grecia (25%), seguita da Spagna (20%) e Francia (15%).
TheFork: impatto Covid-19 sui consumi estivi
Dopo oltre un anno di stress pandemico, la tipologia di vacanza preferita sarà quella a tutto relax (35%) e con un occhio di riguardo per la sicurezza. Secondo l’analisi di TheFork, il 78% è d’accordo con l’utilizzo del green pass in vacanza. Anche prenotare un tavolo diventa più importante che in passato (76% degli intervistati) a causa delle restrizioni, il 40% prenoterà almeno un giorno prima per assicurarsi un posto che rispetti tutte le regole del caso. Il 60% dei rispondenti inoltre si dichiara non disposto a rientrare dalle ferie per la seconda dose del vaccino. La crisi sanitaria ha inciso anche a livello economico, sebbene pochi dichiarino di voler ricorrere al bonus vacanze (78% dei rispondenti ha dichiarato che non lo richiederà). Il 10% dei rispondenti al questionario di TheFork ha dichiarato che non partirà quest’anno; quasi il 30% deve questa decisione a ridotte facoltà economiche e risparmi, il 5,3% ha paura del virus e il 2% teme di perdere il lavoro con la fine del blocco dei licenziamenti e preferisce evitare spese superflue.