Si è aperto venerdì 17 gennaio il bando regionale di sostegno all’apicoltura per 76 mila euro. A comunicarlo è Stefano Mai, assessore regionale all’Agricoltura che ha chiesto inoltre, in questi giorni, per lo stesso settore lo stato di calamità al ministero delle Politiche agricole.
«Per i singoli apicoltori o le associazioni di settore – dichiara Mai – sarà possibile ottenere contributi fino al 60% i costi sostenuti per le spese di arnie, api regine e sciami, e fino al 50% per l’acquisto di attrezzature da apicoltura. Saranno ammesse anche le spese sostenute per le azioni di difesa dai predatori degli sciami. Le domande potranno essere inviate fino al 6 marzo 2020 a Regione Liguria».
Nel 2019 il settore dell’apicoltura è stato messo a dura prova con improvvisi periodi di siccità, di piogge o gelate riducendo di molto la produzione del miele. A oggi sarebbero coinvolti nello stato di calamità 72 Comuni e 128 aziende (56 nella provincia di Genova, 7 a Imperia, 34 alla Spezia e 31 a Savona) per un valore di oltre 1 milione di euro.
«Nella nostra regione – spiega l’assessore – il numero pro-capite di arnie per apicoltore si attesta all’incirca alla metà della media nazionale. Lo stato di calamità naturale riguarda il periodo che va dal 20 marzo al 24 novembre 2019, durante il quale le condizioni meteorologiche hanno comportato una forte riduzione della produzione del miele. Un alveare di norma permette di raccogliere tra i 25 e i 30 chili di miele a stagione. Quest’anno si sono registrati risultati inferiori ai 20 chilogrammi, con diversi casi di produzione insufficiente persino per la sola sopravvivenza dell’alveare».
Analizzando i dati forniti dall’assessorato regionale per l’intero anno 2019 l’acacia, la prima tipologia di miele in Liguria, ha avuto un azzeramento totale della produzione come anche il miele di castagno. Relativamente grave la situazione legata alle altre tipologie di miele, come il millefiori, l’erica e il ciliegio, che si sono registrate con perdite superiori al 40%.
«Il settore dell’apicoltura in Liguria – precisa Mai – è un’eccellenza che ha grandi potenzialità di crescita. In questi anni abbiamo supportato molto i produttori di miele con finanziamenti, corsi di formazione e mettendo in campo tutte le difese possibili per le api, contrastando differenti minacce, come la Vespa velutina».
A oggi i Comuni per cui è stato richiesto lo stato di calamità naturale sono: Avegno, Campo Ligure, Campomorone, Castiglione Chiavarese, Chiavari, Fontanigorda, Genova, Masone, Mele, Moconesi, Montoggio, Né, Orero, Rapallo, Rezzoaglio, Rovegno, San Colombano Certenoli, Santo Stefano d’Aveto, Serra Riccò, Sestri Levante, Tribogna, Zoagli, Aquila d’Arroscia, Borghetto d’Arroscia, Ceriana, Cosio d’Arroscia, Pieve di Teco, Pigna, Pornassio, Rezzo, Taggia, Ameglia, Arcola, Beverino, Borghetto di Vara, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Carro, Castelnuovo Magra, Follo, La Spezia, Lerici, Levanto, Luni, Maissana, Pignone, Riccò del Golfo di Spezia, Riomaggiore, Rocchetta di Vara, Sesta Godano, Varese Ligure, Vernazza, Vezzano Ligure, Zignago, Alassio, Cairo Montenotte, Carcare, Ceriale, Dego, Finale Ligure, Loano, Piana Crixia, Quiliano, Rialto, San Giacomo, Sassello, Savona, Tovo, Vado Ligure, Varazze, Vendone.