L’Italia è il primo esportatore al mondo della cantieristica nautica con ben l’88% del fatturato pari a 3,568 miliardi, superando di gran lunga gli altri Paesi (Germania 1,3 miliardi, Francia 1,389 miliardi, Usa 2,09 e Paesi Bassi 2,778). Lo ha annunciato Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica, dal palco dell’inaugurazione del 63esimo Salone Nautico di Genova alla presenza dei ministri Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti), Nello Musumeci (Politiche del Mare) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura). «Già oggi questa cifra è vicina a 3,700 miliardi» aggiunge Cecchi, ricordando che il fatturato dell’industria nautica italiana ha superato i 7 miliardi di euro: «Siamo vere eccellenze del made in Italy. Abbiamo fatto un lavoro negli anni mattone su mattone. Quando sono arrivato nel 2019 ho trovato una squadra competente e coesa e ho avuto la fortuna di prendere l’onda giusta».
E il Salone è specchio di questo successo: è la prima fiera del settore del Mediterraneo e terza al mondo, simbolo del Made in Italy e dell’imprenditoria nazionale con 1.043 brand esposti (+4,5% sull’edizione precedente), oltre mille imbarcazioni dai 2 ai 40 metri, 143 posti barca in più grazie ai nuovi canali del Waterfront, 184 novità in esposizione (+9,5%), 1.318 i giornalisti accreditati e buyers da 36 Paesi dei 5 continenti.
Il sindaco di Genova Marco Bucci gongola: «Abbiamo lavorato assieme per far cominciare il 63esimo Salone. La nautica è la filiera che cresce di più in Italia e di questo siamo orgogliosi. In questa edizione abbiamo un’isola circondata dall’acqua, mentre l’anno prossimo verrà ultimata parte dei cantieri e il Salone sarà ancora più grande». Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti conferma «Non è stato facile arrivare fino a qui oggi: ci troviamo in un quartiere firmato da Renzo Piano dove abbiamo abbattuto il muro dell’ipocrisia che vedeva il Salone Nautico come un solo appannaggio per i ricchi, non è stato un lavoro facile e il modello Genova del Ponte Morandi ha fatto scuola anche qui. Genova è capitale della nautica, dalle marine al refitting. Insieme pubblico e privato hanno ottenuto la fiducia e si sta rilanciando il quartiere fieristico da una parte, dall’altra questo settore così centrale per il paese. Si è costruito quel clima di fiducia oggi che fa andare bene le cose come accade qui. Credo che si debba continuare a lavorare così, stringendo i bulloni di fiducia tra pubblico e privato che devono sostenersi a vicenda. Credo che l’allineamento tra Governo, istituzioni del territorio e filiera sia importante: abbiamo bisogno che l’opinione pubblica sia a fianco di chi vuole cambiare questo paese e non di chi vuole fermare il cambiamento».
«Il Salone rappresenta l’eccellenza dell’industria italiana – afferma il presidente di Confindustria Carlo Bonomi – un settore che, a differenza di altri che purtroppo stanno rallentando in presenza di un commercio mondiale che segna il passo, sta andando a gonfie vele. Un’industria che sa coniugare bellezza, innovazione, design, ricerca, con soluzioni avveniristiche di sostenibilità ambientale”. Bonomi evidenzia che i risultati dell’industria nautica italiana “sono merito della tenacia e della determinazione degli imprenditori. Nel 2020 quando tutto il mondo chiudeva, il Salone Nautico di Genova apriva, i risultati di oggi sono frutto di quella determinazione, classica e caratteristica dei marinai. Confindustria ci ha sempre creduto dedicando alla nautica una vicepresidenza, convinti che sia uno dei settori e delle filiere più importanti. Abbiamo accolto con grande gioia quando anche il governo ha deciso di puntare sull’economia del mare con il ministro Musumeci. L’economia del mare tiene insieme tutto il Paese, anche il Mezzogiorno, che in altri settori soffre ma nell’economia del mare esprime dei numeri molto importanti: il 45% delle imprese nautiche italiane e un terzo degli addetti sono nel Mezzogiorno».
Il ministro Musumeci incorona Genova come “capitale del mondo” per la nautica: «Delle otto filiere dell’economia del mare la nautica è quella che cresce di più, merito degli imprenditori che non si sono mai arresi. Dobbiamo capire cosa serve di più, dobbiamo ascoltare le imprese. Non tutti desideri diventeranno diritti, ma siamo pronti a sostenere tutte le filiere che operano nelle economie del mare. La creazione del comitato interministeriale combatte il nemico numero uno che è la burocrazia che costringe ad attese estenuanti».
Per Cecchi gli eroi sono gli imprenditori e manager che fanno impresa in Italia: «Nel nostro Paese è praticata la cultura anti-impresa e l’imprenditore subisce il pregiudizio ideologico».
Cecchi ha però ricordato quanto sia necessario accelerare su alcune riforme e lentezze burocratiche a partire dal codice della nautica il cui regolamento di attuazione è agli ultimi passaggi prima di arrivare alla Gazzetta Ufficiale.
Il ministro Matteo Salvini replica: «È in fase di lavorazione la riforma dei porti grazie a un genovese, il viceministro Edoardo Rixi. Mi sto occupando di portare avanti anche la legge dell’omicidio nautico, c’è la riforma delle banchine e dei porti turistici. Non è con le tasse che si aiuta lo sviluppo. Entro la fine dell’anno arriveremo a una semplificazione per patenti nautiche e del codice del mare, mentre la riforma dei porti entro il primo anno di questo governo la vedremo. Un buon marinaio nasce però dai sei anni in su, ecco perché il rispetto civico delle regole deve partire dai banchi di scuola».