Pnrr: Genova rischia di perdere oltre 146 milioni di euro di fondi

Secondo Openpolis, con la revisione proposta a Bruxelles Genova sarebbe una delle città a rimetterci maggiormente insieme Roma, Milano e Napoli

Pnrr: Genova rischia di perdere oltre 146 milioni di euro di fondi

Genova rischierebbe di perdere oltre 146 milioni di euro di fondi Pnrr per progetti già ammessi a finanziamento se la revisione del Piano proposta dal governo italiano a Bruxelles venisse approvata.

È quanto segnala Openpolis che ha analizzato le conseguenze che la proposta di revisione dell’agenda e di integrazione del capitolo RepowerEu avrà sul territorio. Il documento di revisione del Pnrr è stato inviato dall’Italia a Bruxelles alla fine di agosto e al momento la Commissione Ue sta valutando le modifiche richieste.

Openpolis evidenzia che se la proposta venisse accettata verrebbero stralciati 9 investimenti per un totale di 17 miliardi di euro di risorse Pnrr, di cui 12,3 miliardi già assegnati a 42.786 progetti in ambito ambiente e inclusione sociale.

Secondo l’elaborazione e i dati OpenPnrr, i fondi Pnrr a rischio nel capoluogo ligure sarebbero 146.570.508,38 euro: Genova sarebbe una delle città a rimetterci maggiormente insieme Roma (229,5 milioni di euro), Milano (168,7) e Napoli (142,1).

Per quanto riguarda il resto della Liguria, i fondi che potrebbero saltare a Imperia sono 25.185.000 euro, a Savona 23.288.000, mentre alla Spezia sono a rischio “solo” 8.287.887 euro. Altri comuni liguri che potrebbero risentire dalla revisione sono Serra Riccò (14.596.163,35 euro a rischio), Sant’Olcese (13.806.498,45 euro) e Sanremo (11.020.000 euro).

Tali interventi dovrebbero, nella volontà del governo, essere rifinanziati attraverso altre forme di finanziamento, quali fondi di coesione o fondi complementari. Tuttavia le risorse a cui attingere non sono ancora state individuate con certezza e il rischio è che comuni ed enti locali in caso cantieri già aperti si trovino a dover fronteggiare una situazione di emergenza. Allo stesso tempo non è ancora chiaro dove verranno dirottate le risorse che si libereranno con questa modifica.

La motivazione del definanziamento, si legge nel comunicato del ministero per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, è che “si tratta per lo più di progetti in essere che sono confluiti nel Pnrr e che in sede di attuazione e rendicontazione hanno scontato rilevanti criticità. Per tali progetti, in particolare, la maggiore problematica è rappresentata dal rispetto delle importanti condizionalità imposte dal Piano” tra cui “requisiti stringenti di rispetto dell’ambiente e di sostenibilità”. La maggior parte degli interventi “è stata avviata precedentemente al Piano e all’emanazione delle sue disposizioni attuative: ciò costituisce una criticità significativa che genera il rischio di non ammissibilità”.

Le misure che dovrebbero essere escluse riguardano ambiente e inclusione sociale. Nel dettaglio, i 9 investimenti del Pnrr che il governo italiano ha proposto di definanziare sono: “Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni”, 6 miliardi di euro, 38.776 progetti già ammessi a finanziamento; “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”, 3,3 miliardi, 2.297 progetti; “Piani urbani integrati – progetti generali” circa 2,7 miliardi, 614 progetti; “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”, circa 1,3 miliardi; “Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate”, 1 miliardo; “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità”, 725 milioni; “Promozione impianti innovativi (incluso offshore)”, 675 milioni; “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie”, 300 milioni, 254 progetti; “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, 300 milioni, 42 progetti già ammessi.

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