“Cristina Campo” a cura di Chiara Zamboni

Edizioni Mimesis

“Cristina Campo” a cura di Chiara Zamboni

Nata a Bologna il 29 aprile 1923, sotto il nome di Vittoria Maria Angelica Marcella Cristina Guerrini e morta a Roma il 10 gennaio 1977, Guerrini, alias Pisana alias Puccio Quaratesi alias Bernardo Trevisano alias Giusto Cabianca alias Massimiliano Putti alias Cristina Campo, è stata un scrittrice straordinaria, anche se ha scritto pochissimo (e ha detto che le sarebbe piaciuto avere scritto ancora meno): un libro di poesie, alcune traduzioni, saggi e molte lettere, agli amici, tra cui Mita (Margherita Pieracci Harwell) a Gianfranco Draghi, Leone Traverso, Maria Zambrano, Alessandro Spina. Fondamentali sono La tigre assenza, Gli imperdonabili, Lettere a Mita, Caro Bul-Lettere a Leone Traverso, Sotto falso nome, Il mio pensiero non vi lascia-Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino, pubblicati da Adelphi, il Carteggio con Alessandro Spina, Passo d’addio, stampato da Scheiwiller. Molto resta ancora da editare.

In vita è  Campo stata ignorata da gran parte di quell’intellettualità italiana (al suo funerale erano presenti tre persone) che ci ha lasciato tonnellate di ciarpame “impegnato” e “rivoluzionario” illeggibile. Non avrebbe potuto essere diversamente, la sua poetica negli anni tra i Cinquanta e i Settanta andava radicalmente controcorrente, era un rifiuto sprezzante delle mode della modernità, peraltro senza nostalgie regressive. Oggi è considerata una delle voci di pensiero poetico più importanti del Novecento e negli ultimi anni la sua figura è diventata un oggetto di culto.

Qual è il filo rosso che unisce le manifestazioni del suo pensiero? La convinzione che la fedeltà alla realtà precisa del visibile permetta uno spostamento di prospettiva, per il quale l’invisibile diviene la trama significante del reale.

Illuminante è quanto l’autrice ha scritto per «Conoscenza religiosa»,  pubblicato nel 1977 subito dopo la sua morte, ora contenuto nel volume in “Diario Bizantino” (dalla “Tigre Assenza”, Adelphi, 1991):

“Due mondi – e io vengo dall’altro.

Dietro e dentro

le strade inzuppate

dietro e dentro

nebbia e lacerazione

oltre caos e ragione

porte minuscole e dure tende di cuoio,

mondo celato al mondo, compenetrato nel mondo,

inenarrabilmente ignoto al mondo,

dal soffio divino

un attimo suscitato,

dal soffio divino

subito cancellato,

attende il Lume coperto, il sepolto Sole,

il portentoso Fiore.

Due mondi – e io vengo dall’altro

(…)

Proprio l’idea che l’invisibile divenga la trama significante del reale è centrale del volume “Cristina Campo. Il senso preciso delle cose tra visibile e invisibile”, Edizioni Mimesis, a cura di Chiara Zamboni. Il volume raccoglie le relazioni presentate al Convegno di studi sul pensiero di Cristina Campo, tenutosi all’Università di Verona, il 7 giugno 2022. I saggi pubblicati sono di Wanda Tommasi, Francesco Nasti, Monica Farnetti, Laura Boella, Snejanka Mihaylova, Antonietta Potente, Vittoria Ferri, Andrea di Serego Alighieri, Chiara Zamboni. E costituiscono un contributo prezioso per capire questa grande figura del Novecento italiano.

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