
«Nel primo anno post pandemia, almeno per quanto riguarda le chiusure e le limitazioni, la situazione dell’assedio turistico alle Cinque Terre è tornata come nel 2019, con l’aggravante che in questi due anni la Regione non ha sfruttato l’occasione per allestire una vera cabina di regia per la gestione dei flussi». Così i consiglieri regionali della Lista Sansa Selena Candia e Roberto Centi sull’ondata di turisti in arrivo alle Cinque Terre durante il ponte pasquale.
«Dalla Regione in questi anni è mancata la volontà di affrontare il problema ascoltando il territorio per pianificare le soluzioni migliori – spiega Candia -. Le guide turistiche delle Cinque Terre ad esempio da tempo segnalano quali possono essere i ‘ponti’ con più turisti e che quindi meriterebbero di essere affrontati con una giusta preparazione di mezzi e organizzazione. Facciamo presente che non si tratta di eventi estemporanei, ma di situazioni che si ripetono tutti gli anni e come tali dovrebbero essere già calendarizzati dalle istituzioni, come lo sono dall’industria turistica, che in base a questo programma le proprie attività da un anno all’altro, aprendo alberghi, assumendo camerieri e cuochi, prenotando voli o treni per raggiungere le mete prescelte. La Regione invece preferisce agire in emergenza, anziché fare il lavoro per cui è chiamata: pianificare nel rispetto del territorio che governa».
Dello stesso avviso anche il consigliere Centi, che, da spezzino, insiste sulla necessità di uno studio e di un’organizzazione migliore dei flussi turistici e dei modi della loro provenienza, nei tempi e negli spazi, in modo da non soffocare le Cinque Terre “spalmando” i turisti su tutta la provincia della Spezia e in generale sul territorio. «I flussi vanno regolati e instradati – osserva Centi – perché non è tollerabile vedere la via centrale di Vernazza o di Manarola presa d’assalto per qualche selfie ricordo e, ad esempio, tutta la rete dei santuari e la sentieristica alta della zona semideserti. Il territorio spezzino offre un’ottima ricettività diffusa, anche in Val di Vara e in Comuni limitrofi alle Cinque Terre, che potrebbero alleviare le stesse dall’assedio visto nell’ultimo ‘ponte’ pasquale».
Entrambi i consiglieri regionali della Lista Sansa concordano poi sullo studio da fare sul tipo di turismo per le Cinque Terre: «C’è un turismo di qualità che sa amare il territorio e apprezzarlo, con rispetto, ritmi lenti e attenzione alla sostenibilità – sottolineano Candia e Centi -. E c’è poi un turismo mordi e fuggi senza pianificazione che spesso arriva senza conoscere le particolarità del territorio, dei mezzi di trasporto e della loro fruizione. Il distinguo non è sulla disponibilità economica dei turisti ma sulla loro preparazione per vivere un territorio di straordinaria bellezza e fragilità come le Cinque Terre».
«Il turismo delle navi da crociera – aggiungono Candia e Centi – non è sicuramente un modello virtuoso come le compagnie cercano di far apparire. Parliamo di navi che trasportano circa cinquemila persone a viaggio e che stanno creando problemi di overturism in diverse località, non solo alle Cinque Terre ma ad esempio anche a Venezia, Barcellona e Dubrovnik».
I due consiglieri regionali puntano il dito anche contro la non-gestione da parte della Regione dell’organizzazione di Trenitalia che, come sottolineato dal Comitato dei residenti pendolari e operatori economici delle Cinque Terre è stata deficitaria nell’ultimo ‘ponte’ pasquale.
«Trenitalia aveva annunciato personale nelle stazioni per il ponte di Pasqua ma non si è visto – puntualizza Patrizia Lombardo del Comitato −. Eppure sarebbe servito per istradare i turisti a sfruttare tutto il marciapiede anche nelle gallerie dove si fermano i treni, in particolare nelle stazioni di Vernazza e Monterosso, dove il marciapiede verso La Spezia è parzialmente inagibile per lavori».
«Sarebbe servito inoltre a indirizzare i passeggeri in base alle destinazioni, evitando treni stracolmi seguiti da altri vuoti − aggiunge Lombardo − ed evitando magari a diversi visitatori, come denunciato da una famiglia torinese, di prendersi una maximulta per aver preso il treno sbagliato. La Regione ha il dovere di vigilare sul servizio che Trenitalia offre ai residenti ai pendolari e ai turisti, e in caso di disservizi deve adoperarsi affinché non si ripetano più».