Rolli Days: 1,6 milioni l’impatto economico diretto, visitatori non residenti al 43%

Basta già solo la spesa dei genovesi (poco più di 19 euro procapite) per "coprire" l'investimento pubblico (l'evento è gratuito)

Rolli Days: 1,6 milioni l’impatto economico diretto, visitatori non residenti al 43%

Ogni turista non residente che arriva a Genova per i Rolli Days spende in media 80 euro, ma basta già solo la spesa dei genovesi (poco più di 19 euro procapite) per “coprire” l’investimento pubblico.

Sono solo alcuni dei dati raccolti nella ricerca sull’impatto economico della manifestazione (che è gratuita) realizzata da Pietro Toso per la tesi di specializzazione in beni storici e artistici presso l’Università degli Studi di Macerata. La ricerca ha analizzato gli impatti economici diretti derivanti dalle spese sostenute dal pubblico, in occasione delle due edizioni del 2022.

Un campione significativo del 5% è stato intervistato ed è emerso appunto che la spesa media dei residenti genovesi è di poco inferiore a 20 euro pro capite che varia in totale (dipende dalle presenze) dai i 242 mila (maggio 2022) e i 260 mila euro (ottobre 2022). I genovesi sono circa il 63-65% del totale dei visitatori, anche se, conferma il curatore scientifico dei Rolli Days Giacomo Montanari, in questa edizione «chi arriva da fuori è aumentato al 43% quest’anno». La spesa totale dei non residenti si attesta tra 599 e 485 mila euro. In totale l’impatto diretto è di circa 1,6 milioni di euro.

Analizzata anche la permanenza dei visitatori non residenti che decidono di dormire in città: gli alberghi la fanno da padrone (41,9%), ma c’è chi si fa ospitare da famiglie e amici (21,6%) oppure sceglie un bed&breakfast (19,8%).

I visitatori hanno anche un’età media particolarmente alta (50 anni), sono principalmente laureati (il 60%) o ancora più qualificati, vengono a sapere della manifestazione attraverso i social, soprattutto (oltre il 30%), dalla promozione web (circa il 26%), ma conta anche il passaparola (17%). Montanari ha spiegato che «promuovere con una comunicazione di qualità cambia le carte in tavola perché si coinvolgono fasce di pubblico diverse». Per quanto riguarda l’aspettativa e la valutazione dell’evento: oltre il 90% si reputa molto soddisfatto e il 97% è intenzionato a tornare.

A oggi, fa sapere Montanari, sono circa 45 mila le prenotazioni sui palazzi del Comune (già esaurite), globalmente si dovrebbe arrivare a circa 80 mila prenotazioni.

Sono ormai 14 anni che buona parte dei principali palazzi genovesi aprono le loro porte in occasione dei Rolli Days, evento che permette a migliaia di residenti e di visitatori di fruire di un patrimonio unico al mondo, nel quadro di una manifestazione che è, a tutti gli effetti, il fiore all’occhiello della promozione culturale della città. Come ha detto il sindaco Marco Bucci: «I siti Unesco li hanno tutti, i Rolli li abbiamo solo noi» e proprio il successo di questa manifestazione è studiato in questi mesi dal Piemonte «per applicarlo alle residenze sabaude», spiega Nicoletta Viziano presidente MuMa e membro del comitato di gestione Fondazione Compagnia di San Paolo. «I Rolli Days − aggiunge − funzionano perché sono snelli: durante l’anno ognuno svolge la propria attività, poi per pochi giorni si lavora tutti assieme». A proposito di numeri la Compagnia di San Paolo ha calcolato che nel 2022 i 7 milioni investiti sul territorio ligure hanno portato un ritorno di 22 milioni quindi un rapporto di uno a tre.

L’obiettivo, lascia intendere il sindaco, è di lavorare per poter aumentare la finestra di disponibilità dei palazzi per la manifestazione: aumentare i giorni o addirittura gli appuntamenti, magari in mesi di bassissima stagione, ma anche utilizzare questo tipo di ricerche anche per altri eventi come Ocean Race.

«Oggi ho incontrato una signora, membro del board di un’importante azienda − spiega Bucci − che non è riuscita a prenotare perché era tutto pieno, due giorni fa. Ora siamo a 6-7 giorni all’anno, potremmo almeno raddoppiarli. Non ho la certezza che possa essere fatto, ma c’è un team che ci sta lavorando».

«Questi numeri sono la prova che intorno alla cultura si può innestare un circolo virtuoso che, tra pubblico e privato, riesce a traguardare obiettivi di incremento dell’offerta per i turisti – dice Mario Mascia, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova che ha anche la delega ai siti Unesco – la novità è che c’è un metodo d’analisi che cerca di valutare l’impatto concreto di chi arriva sul territorio. Lo stiamo facendo con dati statistici anche per calibrare l’offerta di servizi sulle esigenze concrete di chi a Genova viene a vivere, per motivi di svago, di studio e lavoro».

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