Confindustria: l’economia genovese nel 2° semestre 2022 registra ancora crescita

Difficoltà delle aziende in alcuni comparti a reperire personale adatto

Confindustria: l’economia genovese nel 2° semestre 2022 registra ancora crescita

Prezzi dell’energia in calo, inflazione ancora alta, tassi in forte rialzo. Tra luci e ombre, nel secondo semestre 2022 l’economia italiana è andata meglio dell’atteso. Ha frenato nel 3° trimestre (ma meno del previsto) e poi ha limitato al minimo il segno meno nel 4° (appena -0,1%), quando il gas era ancora molto caro (94 euro/mwh in media): la maggior parte degli analisti si attendeva invece un calo del pil di almeno mezzo punto percentuale nel 4° trimestre del 2022. E l’economia genovese nel 2° semestre 2022 registra un altro semestre di crescita . È quanto risulta dagli indicatori economici relativi al secondo semestre 2022 elaborati dal Centro Studi di Confindustria Genova, presentati questa mattina dal presidente Umberto Risso e dal responsabile del Centro Studi Giacomo Franceschini.

L’economia genovese nel 2° semestre 2022 registra un altro semestre di crescita. Il fatturato è cresciuto oltre le attese: al netto dell’effetto dei rialzi dei prezzi (che fanno segnare la variazione positiva più elevata dal 2006) la domanda ha tenuto, permettendo alle aziende di allontanare i timori di una contrazione dell’attività. Ne è prova la crescita degli ordini da clienti italiani, che compensa la flessione delle commesse dall’estero. Nell’industria, cresce la produzione: a trascinare è il settore della cantieristica navale, ma anche i comparti dell’elettronica, automazione e information technology. Faticano le aziende dell’impiantistica e metalmeccanica. Più piatto l’andamento dei servizi. Bene logistica e turismo; meno brillanti i risultati nel terziario avanzato e nella sanità privata. In questo contesto le aziende hanno spazio per ampliare i propri organici, ma faticano a reperire personale, in particolar modo profili specializzati.

Sebbene il contesto globale abbia continuato a risentire delle ripercussioni della guerra in Ucraina, dell’elevata inflazione e dell’indebolimento dell’attività con l’estero (soprattutto con l’Oriente), il rallentamento della domanda ha influito positivamente sui prezzi delle commodity energetiche. Innanzitutto, nel corso del semestre sono diminuiti il prezzo del petrolio e la quotazione del gas naturale, cosicché nell’ultima parte dell’anno le aziende hanno accusato impatti sui costi di produzione molto minori rispetto al preventivato. L’industria ha poi registrato un ulteriore segno positivo, sia con riferimento alla produzione che agli ordini da clienti italiani (+3,5%); inoltre, nonostante i costi di materie prime e semi-lavorati continuino a salire fortemente (+14%), le imprese manifatturiere li hanno solo parzialmente riflessi sui prezzi di vendita (+5,8%), sacrificando margine in maniera sensibile. Tra i servizi, le buone notizie vengono soprattutto dalla logistica (terminal operator su tutti) e dal turismo, con la forte ripresa dei flussi di turisti stranieri, che registrano incrementi a doppia cifra.

Il movimento passeggeri relativo al porto di Genova, nel periodo luglio-novembre 2022, è in rialzo del 40%: è raddoppiato il numero di croceristi rispetto allo stesso periodo 2021, mentre i passeggeri dei traghetti sono aumentati di circa 300.000 unità (+19,7%). La movimentazione di merci complessiva è in flessione del 2,5%, ma il calo è dovuto in maggior parte al crollo del traffico siderurgico (- 43%). È risultato in aumento il traffico convenzionale, mentre è stabile quello containerizzato (in tonnellaggio).

Tuttavia, nonostante i risultati a consuntivo siano in alcuni casi migliori dell’atteso, emergono alcune difficoltà che condizionano le prospettive future. In primo luogo, i risultati riguardanti le commesse dall’estero ( -2,5%; -5% nella manifattura) confermano la frenata del commercio internazionale. Dopo la forte espansione nel primo semestre, le esportazioni in volume sono rimaste pressoché invariate nei mesi estivi, a causa del marcato rallentamento delle vendite di beni e dal calo di quelle di servizi. Le esportazioni di beni sono state sostenute dai mercati esterni all’area dell’euro, in particolare dagli Stati Uniti, anche per effetto dell’apprezzamento del dollaro, e dalla Cina, a fronte di una diminuzione delle vendite nei principali partner dell’area.

In termini di ordini raccolti, i contributi positivi più ampi sono derivati soprattutto dall’elettronica, dell’automazione e dalla cantieristica navale, mentre si è assistito a una contrazione nella maggior parte dei restanti comparti, in particolare nella metalmeccanica.

Anche l’andamento del fatturato estero è meno vivace rispetto a quello nazionale. Tenendo sempre conto dell’effetto prezzi inglobato nella crescita di tale variabile, si evidenzia come le vendite all’estero siano aumentate in valore nei settori dell’information technology, nella cantieristica navale e tra le aziende nella chimica-plastica. Al contrario, gli incrementi sono più contenuti nei settori dell’industria alimentare, impiantistica, metalmeccanica ed energia.

Gli investimenti hanno rallentato nel corso del semestre, riflettendo la riduzione della spesa per costruzioni a fronte di un’accelerazione di quella in impianti e macchinari. Nel quarto trimestre gli investimenti hanno ristagnato. Le imprese considerano le condizioni per investire ancora negative, sebbene gli indicatori di fiducia rimangano ancora in territorio positivo.

Infine, le indicazioni delle imprese indicano una buona performance nel secondo semestre 2022 in termini di occupati. L’incremento si è registrato soprattutto nel terzo trimestre anche grazie alla crescita delle posizioni lavorative a tempo indeterminato, sostenuta dalle numerose trasformazioni di contratti temporanei attivati durante il

2021. La domanda di lavoro è poi proseguita anche nell’ultima parte dell’anno, nonostante un quadro congiunturale più debole.Entrando nel dettaglio, gran parte dell’incremento congiunturale di posti di lavoro (+1,3%) è dettato dall’ampliamento degli organici delle aziende manifatturiere (soprattutto automazione e cantieristica) e della logistica e trasporti. Crescono gli occupati anche nel comparto della sanità privata, mentre gli aumenti sono più limitati tra gli altri settori dei servizi. Flette invece nel comparto delle costruzioni, in difficoltà per via degli aumentati costi aziendali legati ai materiali e a causa del minor numero di ordini. I permessi per costruire sono in diminuzione, avvicinandosi il termine di alcuni bonus governativi e il ridimensionarsi di altri. l mercato del lavoro rimane tuttavia caratterizzato da sempre maggiori problemi di reperimento di personale da parte delle aziende e da un più elevato numero di dimissioni da parte dei lavoratori. Per specifici settori e profili professionali ciò si traduce in gravi difficoltà nel riuscire ad assumere e trattenere dipendenti altamente specializzati, con il rischio di compromettere la crescita aziendale. In particolare, nel 2022 è cresciuta la richiesta di operai specializzati, ingegneri, tecnici, ma quasi una selezione su due è risultata complicata a causa del ristretto numero di candidati e per le competenze inadeguate degli stessi.

La produzione industriale segna un ulteriore incremento, trascinata soprattutto dal settore della cantieristica navale e dalle attività manifatturiere inserite nella filiera dell’elettronica e information technology. La domanda proveniente dal mercato interno si è rivelata ancora robusta, sia in termini di fatturato che di ordini. Rimangono elevati i costi di produzione, materie prime e semilavorati, riflessi solo in parte sui prezzi di vendita, a discapito di una contrazione importante dei margini lordi. Le difficoltà si concentrano sul mercato estero, i cui scambi sono in contrazione (raccolta ordini -5%), e in particolare sulle aziende del settore metalmeccanico (produzione -9%). Risultati in chiaro-scuro anche per gli impiantisti, condizionati dalla frenata del comparto costruzioni. Nell’industria il fatturato delle aziende registra significativi aumenti su base tendenziale. Tuttavia, analogamente al semestre precedente, occorre considerare l’incidenza dell’effetto-prezzi. Le imprese manifatturiere genovesi hanno infatti ritoccato al rialzo i listini del 5,8%; gli aumenti più rilevanti sono stati registrati nella filiera dell’elettronica e automazione, esposta più di altre ai rialzi dei costi delle materie prime e di specifiche componentistiche, oltre che nella cantieristica navale e nella metalmeccanica. Escludendo il caro-bolletta, materie prime e semilavorati continuano in effetti a segnare aumenti, che si traducono in un 14% in più di ulteriori costi per le aziende nel semestre e che in alcuni settori portano al ridimensionamento dell’attività. Nonostante questo, la produzione è risultata complessivamente in espansione dello 0,9% e la raccolta ordini da clientela italiana ha chiuso a +3,5% rispetto al secondo semestre 2021. La scalata di marcia dell’economia genovese, oltre che nel dato, in rallentamento, della produzione, si mostra soprattutto in relazione ai rapporti con l’estero. Gli ordini provenienti da clienti stranieri si sono ridotti del 5%. Sul risultato incidono senza dubbio alcune situazioni di crisi sopravvenute nel corso degli ultimi sei mesi nel settore metalmeccanico.

L’andamento comunque positivo dell’attività permette alle aziende di proseguire nell’ampliamento degli organici (+1,1%). In determinati settori, tuttavia, le difficoltà generalizzate nel reperimento e selezione di personale qualificato o specializzato sono considerate un problema non secondario per lo sviluppo dell’attività. Nel 2022 il 43% delle assunzioni delle imprese genovesi sono state giudicate di difficile conseguimento, in quanto mancavano candidati o le competenze degli stessi non erano giudicate adeguate. In valore assoluto significa che gli imprenditori hanno faticato a coprire circa 27.000 posizioni aperte nel corso dell’anno. In tali situazioni, il tempo medio per riuscire a assumere profili in linea con i desiderata delle aziende raggiunge i 4 mesi e mezzo.

Passando ad approfondire i diversi settori del comparto manifatturiero, la produzione nella cantieristica navale fa segnare un aumento del 5,6%, superiore a quello registrato nel primo semestre. I prezzi di vendita, fino a giugno poco mossi, sono saliti del 2,5% per far fronte ai rialzi dei materiali e dell’energia. I margini sono stazionari, segno che le aziende stanno continuando ad assorbire gran parte dei maggiori costi. Il fatturato è in crescita, gli ordini dal mercato interno sono poco mossi (+0,5%), mentre le commesse dall’estero riprendono a crescere (+3,4%). Il buon andamento del settore permette alle aziende di ampliare i propri organici del 2%.

Tra le aziende dell’elettronica e information technology si registra un aumento significativo della produzione (+8,1%) e del fatturato, sia per quanto riguarda la componente interna che quella estera. I risultati sono frutto di un’ottima performance delle aziende operanti nell’ambito dell’automazione e della vivacità della domanda interna. Ciò è confermato dalla raccolta ordini: +25% quella da clienti italiani, mentre è stazionaria dall’estero (+0,6%). I costi per semilavorati e materie prime salgono, nei sei mesi, di oltre il 35%, così che le aziende sono costrette ad alzare i prezzi di vendita (+10,6%) e a sacrificare margini lordi che, infatti, flettono dello 0,5%. Maggiori difficoltà sono attese nei primi sei mesi del 2023. Nel settore della chimica, plastica e farmaceutica l’aumento dei costi delle materie prime si allenta rispetto al +10% registrato nel primo semestre, ma fa segnare comunque un +4%. In questo caso le aziende hanno ribaltato gli aumenti sui listini di vendita, ma non riescono a evitare l’erosione dei margini lordi (-5,3%), visti gli alti costi di produzione. La produzione è risultata stazionaria, così come gli occupati. Calano gli ordini da clienti italiani (-3,8%), mentre reggono quelli dall’estero (+1%).

Continua la risalita nel settore tessile e abbigliamento, uno dei più colpiti dalla crisi post-Covid: +2,4% la produzione, grazie soprattutto alle vendite all’estero. Gli ordini sono poco mossi, così come la dinamica occupazionale.

Migliora anche l’andamento delle aziende della carta, cartotecnica, editoria e grafica. La produzione è in aumento dello 0,4%, così come il fatturato. Gli ordini rimangono sostanzialmente stagnanti. I margini si attestano sugli stessi livelli della seconda metà del 2021.

Tra le aziende dell’impiantistica e metalmeccanica si registrano i dati più preoccupanti con riguardo a produzione e raccolta ordini. Si tratta del settore manifatturiero più importante, dove sono inquadrate grandi aziende che, nel corso del semestre analizzato, hanno vissuto l’insorgere di situazioni di crisi che avranno effetti anche sul vasto indotto a esse collegato. Rispetto al secondo semestre dell’anno, la produzione è calata dell’8,6%. Nonostante la domanda del mercato nazionale abbia retto, quella estera è risultata meno vivace. Le commesse ottenute nel semestre sono state significativamente minori rispetto al secondo semestre 2021: gli ordini da clienti italiani sono diminuiti dell’11,2%, mentre quelli esteri del 17%. In questo contesto, semilavorati e materie prime hanno subito un ulteriore incremento del 5,6% del loro costo. Il risultato complessivo sono margini lordi in ampia flessione: -26,8%.

Produzione in calo anche nell’industria alimentare, sebbene l’entità della flessione sia decisamente minore rispetto al settore metalmeccanico: – 0,9%. Gli ordini tengono, soprattutto quelli da clientela straniera, che segnano un progresso del 2,2%. Il settoresconta uno tra i più alti incrementi di spesa sulle materie prime tra quelli rilevati: +22%. L’industria alimentare è infatti attualmente molto esposta agli aumenti di olii, grassi, farine e in generale cereali. Le aziende hanno da un lato, alzato i prezzi di vendita (+7,5%), dall’altro, contratto i margini (-4,6%).

Analogamente con quanto avvenuto nella prima parte del 2022, le aziende dei settori trasporti, distribuzione e logistica hanno riportato a consuntivo variazioni positive del fatturato e margini lordi in aumento, sebbene di entità molto minore. A trascinare il comparto sono i terminal operator, mentre scende il fatturato tra le aziende fornitrici di energia. Pesa, infatti, la perdita di clienti a seguito delle modifiche unilaterali di contratti, le cui condizioni non erano più sostenibili. Bene le aziende di trasporto, sebbene i loro progressi siano moderati.

I risultati delle aziende della distribuzione di energia potrebbero apparire in contro-tendenza rispetto ai trend di mercato attuali: il fatturato da clienti italiani è in calo del 7,5%, mentre verso l’estero segna un +2,9%. I margini lordi rimangono stazionari. Ciò è spiegato dall’emorragia di clienti business, che ha colpito alcuni grandi fornitori di energia. Quest’ultimi, nella seconda parte del 2022, hanno infatti proposto modifiche unilaterali dei contratti in essere, le cui condizioni non potevano più essere garantite in quanto non più in linea con i prezzi di mercato; si sono verificate quindi numerose disdette.

Con riferimento al trasporto e logistica di merce, rispetto alla seconda parte del 2022, il giro d’affari degli operatori terminalisti portuali ha registrato un altro significativo incremento: +19,4% per quanto riguarda il fatturato verso clientela italiana e +1,8% verso quella straniera. I prezzi sono balzati del 10,6%, dopo il precedente incremento del 6,3%. I margini lordi sono in forte espansione (+17,7%), l’occupazione cresce dell’2,2%. Sono più moderati gli aumenti tra le aziende della logistica e trasporto: +2,7% la componente nazionale del fatturato, invariata quella estera. Margini lordi poco mossi: le aziende investono sugli organici che crescono del 2,8%. Con riferimento al Porto di Genova, nel periodo luglio-novembre 2022 il traffico merce ha subito una contrazione del 2,5% in termini tendenziali. Entrando nello specifico delle varie voci, il traffico siderurgico segna un deciso calo del 43,3%, le rinfuse solide diminuiscono dell’8,9% e gli olii minerali del 3,4%. Al contrario, cresce il dato del traffico convenzionale (+1,7%), delle rinfuse liquide (olii vegetali e vino, prodotti chimici), mentre il traffico containerizzato, espresso in tonnellate, resta sostanzialmente sui livelli dello scorso anno (-0,5%). In termini di teus, i container movimentati sono risultati in flessione dell’1,6%. Il movimento passeggeri continua la sua ripresa post-Covid: il numero dei crocieristi a luglio-novembre 2022 è maggiore del dato registrato nello stesso periodo 2019. Lo stesso vale per i passeggeri dei traghetti. Nel complesso, i passeggeri trasportati sono in aumento del 40% rispetto all’anno precedente.

Il traffico dell’aeroporto C. Colombo di Genova è in crescita del 5,1% in termini di movimento di aeromobili ed è aumentato in termini di passeggeri del 46,3%. Tuttavia, a confronto con il periodo lugliodicembre 2019, i livelli pre-Covid non sono stati ancora recuperati: il traffico di aeromobili è ancora inferiore del 19% e quello passeggeri del 15,2%.

L’andamento dell’attività economica nei servizi di terziario avanzato ha registrato moderati incrementi: migliore la performance sul mercato interno, mentre le vendite all’estero rimangono sostanzialmente stabili. Fermi gli ordini da clienti stranieri l’occupazione. Nel settore dei servizi alle imprese salgono gli ordini da clienti nazionali (+1,3%), mentre le commesse dall’estero rimangono sostanzialmente invariate. Analogamente il fatturato da clientela italiana segna un progresso del 2,2%, mentre meno ampio è l’incremento della componente estera (+0,7%). Tengono i margini lordi, nonostante le aziende cerchino di non incrementare i prezzi di vendita. La dinamica occupazionale fa registrare una variazione positiva pari a +0,5% rispetto all’ultima parte del 2021.

Il comparto bancario-assicurativo genovese ha incrementato il proprio fatturato del 4% nel secondo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Assicurazioni e istituti di credito contribuiscono in egual misura a questo risultato. I margini lordi sono in aumento del 2%. Nel settore bancario, tra agosto e novembre, i prestiti bancari al settore privato non finanziario hanno rallentato, risentendo dell’indebolimento della domanda delle imprese per finalità di investimento e di quella delle famiglie per l’acquisto di abitazioni; le condizioni di offerta hanno registrato una moderata restrizione. I tassi di deterioramento della qualità del credito sono rimasti contenuti; la redditività dei gruppi bancari più significativi è aumentata. Nel settore assicurativo, salgono in misura importante premi e provvigioni (+9,8%), così come i margini lordi (+5,6%). Stabile l’occupazione.

Crescono le assunzioni nel settore della sanità privata, nonostante nel secondo semestre 2022 la dinamica di fatturato e prestazioni erogate non sia brillante. I prezzi delle materie scendono dai picchi precedentemente raggiunti, ma i margini lordi si riducono dell’1,7%. Il fatturato generato dalle aziende della sanità privata è risultato in rialzo dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le prestazioni registrano tuttavia una frenata, facendo segnare -0,4%. Dopo i recenti rialzi, il costo dei materiali flette dell’1,3%, mentre i prezzi di vendita subiscono un moderato ritocco al rialzo. L’occupazione è in forte crescita (+5,8%). Dai dati Excelsior AnpalUnioncamere e dalle rilevazioni dell’Osservatorio ApL-Confindustria Genova, emerge come i profili tecnici in ambito socio-sanitario siano tra i più richiesti sul nostro territorio e, al contempo, tra i più complessi da trovare sul mercato del lavoro, secondo lo stesso giudizio delle Agenzie per il Lavoro locali.

Ancora risultati positivi per le aziende impegnate nel comparto turistico genovese: nella seconda parte del 2022 si conferma l’aumento del fatturato da clienti italiani, così come un aumento degli organici delle imprese. In chiaro-scuro l’andamento del  fatturato estero, che fa segnare un progresso più moderato delle attese. Anche in questo settore gli imprenditori hanno lamentato difficoltà nel reperimento del personale, soprattutto nel periodo estivo. Il fatturato generato verso clienti italiani è risultato ancora in forte aumento, +19,4% se raffrontato all’anno scorso, per la terza volta consecutiva. L’aumento del fatturato con l’estero si ferma al +1,1%. I prezzi di vendita sono risultati stabili. Gli organici si sono ampliati dell’1,2%. Le aziende del settore lamentano problemi nel selezionare e assumere tecnici del turismo e personale nel campo della ricezione e ristorazione. In ogni caso l’analisi del movimento turistico conferma le indicazioni positive fornite dalle aziende. Nel secondo semestre arrivi e presenze sono risultati in crescita sia rispetto al primo semestre 2021 (+10,4%), sia rispetto al 2019 (+8,9%), colmando il gap che sinora rimaneva dai livelli pre-Covid. Anche gli arrivi crescono (+13,4% e +7,5%, rispettivamente su 2021 e 2019). Entrando nel dettaglio, gli arrivi e presenze di italiani sono in calo, mentre si è registrato un vero e proprio boom di turisti stranieri. Rispetto al pre-Covid, entrambe le componenti sono in rialzo.

Le prospettive per il 1° semestre 2023

L’attività economica, sostenuta per gran parte del 2022 dalla dinamica dei consumi e degli investimenti, si è indebolita negli ultimi mesi dell’anno. Tale debolezza si protrarrà nei primi mesi del 2023 per poi attenuarsi in primavera. Per il primo semestre 2023 le aziende genovesi prevedono una crescita più robusta degli ordini, ma export ancora in flessione. Continua ad ampliarsi l’occupazione, ma a un ritmo più moderato.

 

 

 

 

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