Sciopero generale, Cgil e Uil: «A Genova oltre 10.000 persone in corteo»

Nel capoluogo pullman e treni da tutta la regione: lavoratori in corteo per le vie del centro

Sciopero generale, Cgil e Uil: «A Genova oltre 10.000 persone in corteo»

Secondo gli organizzatori sono almeno 10.000 manifestanti che oggi hanno sfilato in corteo per le vie di Genova.

Lo sciopero generale è stato indetto dalle sigle sindacali Cgil e Uil contro la manovra finanziaria. Nel capoluogo pullman e treni da tutta la regione.

«Questa grande partecipazione dovrebbe far pensare Governo e presidente del Consiglio che le risposte che chiediamo sono quelle che vogliono lavoratori e pensionati: la manovra è sbagliata – afferma Gianna Fracassi, vicesegretaria nazionale della Cgil, all’Agenzia Dire – se a fronte di questi interventi che non aiutano ad affrontare l’aumento del costo della vita mettiamo tutto il tema fiscale, c’è una profonda ingiustizia rispetto alle scelte che si fanno. È quasi una manovra al contrario che toglie ai poveri per dare ai ricchi».

«La manovra è inadeguata e sbagliata – dichiara a Dire il segretario della Cgil Liguria, Maurizio Calà – le conseguenze le vedremo anche sul territorio, a partire dalla precarietà. È una manovra che non aiuta lavoratori e pensionati, ma qualcuno in realtà aiuta e questa è la cosa più grave. Manca tutta la parte delle politiche industriali, che non si fanno con le parole ma con i soldi. E, poi, non ci sono soldi su scuola, sanità e trasporto pubblico e questo avrà gravi ricadute sul territorio: non si può chiedere solo a sindaci e governatori di far fronte a tutto quello che sta succedendo».

La Regione ha diffuso ieri i dati relativi all’occupazione che nell’ultimo trimestre ha segnato un aumento del 2,8%. «La Regione è soddisfatta perché in Liguria l’occupazione sale – conclude Calà – ma l’82% è precario. E quando si reintroducono i voucher si dà l’idea che si vogliono i giovani precari e a basso reddito. Poi, si leva il reddito di cittadinanza per dire che i poveri non ci sono, ma in Italia sono almeno sei milioni».

Anche per il segretario della Uil Liguria, Mario Ghini, la manovra «Non convince nessuno, pensionati, lavoratori dipendenti, persone che hanno bisogno, giovani perché è una manovra che non dà una prospettiva di futuro. Non c’è una battaglia vera, ma un incremento del precariato, inserendo i voucher che sono stati una vera piaga nel passato e rischiano di tornare a esserlo».

Il sindacalista sottolinea: «Manca una seria politica industriale nel Paese, ma anche in Liguria perché su alcuni temi c’è bisogno di confrontarsi e trovare soluzioni. Ad esempio, si continuano ad aprire grandi centri commerciali senza pensare che questo significa riduzione dei posti di lavoro in altre realtà. Dovremmo iniziare a confrontarci su questi temi per dare un futuro di solidità e speranza ai lavoratori di tutte le aziende che oggi sono in difficoltà, ma anche ai giovani che stanno cercando nuova occupazione».

In piazza anche i consiglieri regionali della Lista Sansa, Ferruccio Sansa, Selena Candia e Roberto Centi.

«Questa è una manovra che rende disuguali i cittadini, che sostiene i forti e abbandona chi è difficoltà: smantellamento del reddito di cittadinanza, flat tax, sanità privata al posto di quella pubblica, sono tutti interventi che vanno in questa direzione. Vale per il lavoro, per la giustizia, per la salute – afferma il capogruppo Sansa –. Beato chi ha perché avrà ancora di più è il Vangelo della Meloni. Questa manovra sembra esser stata concepita 30 anni fa e rischia di far perdere all’Italia l’occasione di diventare un paese leader nelle nuove sfide di ambiente, giustizia sociale, lavoro e ricerca».

«Siamo in piazza – spiega il consigliere Candia – perché questo governo reazionario aiuta chi è già ricco e chi vuole evadere dimenticandosi completamente delle tante persone in difficoltà nel nostro Paese. Per quanto riguarda il lavoro la scelta per noi è chiarissima basta precariato, salario minimo e tassazione dei super guadagni».

«Agevolazioni fiscali e fondi per chi già ha e tagli pesanti a sanità e scuola, che penalizzeranno ancora di più chi non ha i soldi per pagarsi una visita privata e le famiglie i cui figli frequenteranno una scuola che verrà accorpata a un’altra, quindi soprattutto quelle delle zone interne e disagiate del paese – sottolinea il consigliere Centi –. Una destra che finge di stare coi più deboli per fare il suo solito mestiere di tutela dei forti».

 

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