Asl 5: donati 5 letti per l’hospice dell’ospedale San Bartolomeo

Donati dall'associazione La Libellula, che affianca da anni la rete locale di cure palliative fornendo materiale sanitario e di supporto

Asl 5: donati 5 letti per l’hospice dell’ospedale San Bartolomeo

Nella giornata nazionale delle cure palliative nell’Hospice di Asl 5 nell’Ospedale San Bartolomeo di Sarzana si è tenuta la cerimonia di consegna di 5 letti di degenza elettricamente assistiti, donati dall’organizzazione di volontariato La Libellula.

Il modello assistenziale delle cure palliative offre alle persone affette da gravi patologie e ai loro familiari, attraverso un approccio multidisciplinare e personalizzato, risposte appropriate ai bisogni clinici, psicologici, sociali ed esistenziali.

La Libellula affianca da anni la rete locale di cure palliative fornendo materiale sanitario e di supporto, promuovendo iniziative pubbliche per far crescere la cultura del sollievo e organizzando corsi di formazione per volontari che vogliano svolgere attività in favore degli ospiti dell’Hospice e dei loro familiari.

«Asl 5 ha strutture e professionalità in grado di offrire le cure alla persona e il supporto alla sua famiglia nei momenti di grande sofferenza sia a casa sia in hospice – ha dichiarato Maria Alessandra Massei, direttore amministrativo di Asl 5 − siamo convinti che con i professionisti e la loro bravura, quando il dolore è costante e le criticità aumentano, siano fondamentali l’atmosfera positiva presente nel luogo di cura e l’essere umano capace di stabilire relazioni, parti fondamentali della terapia. Per questo siamo grati alla Organizzazione di Volontariato La Libellula e la ringraziamo. Senz’altro per i 5 letti tecnologici che oggi dona ad Asl 5, indubbiamente utilissimi, e che rappresentano l’aspetto concreto della loro vicinanza alla struttura Hospice, ma soprattutto, per la compagnia silenziosa, discreta e attenta che hanno i volontari nei confronti degli ospiti. La Libellula è testimone di cosa vuol dire fare volontariato e di quella sensibilità che non è astratta, ma investe nel “valore tempo”, senza avere paura delle relazioni e del dolore».

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