
In controtendenza rispetto all’andamento generale, il valore aggiunto cala per i settori dell’agricoltura e della pesca. La causa, secondo la Confederazione Nazionale Coldiretti, è legata sia all’effetto della siccità e sia all’esplosione dei costi di produzione: dall’energia ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi, fino ad arrivare ai mangimi per alimentare il bestiame.
L’andamento del Pil nei conti economici dell’Istat relativi al secondo trimestre 2022 evidenzia per l’intera economia un aumento dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
«In questo contesto – spiegano Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria – l’agricoltura è l’unico settore a far registrare un risultato negativo, con un calo dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Proprio per questo, il 34% delle aziende agricole si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, mentre il 13% versa, secondo il Crea, in una situazione tanto critica da portare alla cessazione dell’attività».
«Non c’è tempo da perdere, bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia – dice Bruno Rivarossa, delegato confederale – che mettono a rischio quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che, fino ad oggi, le imprese agricole italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese, e con essi l’approvvigionamento delle famiglie che già devono affrontare insostenibili aumenti dei prezzi».