
Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha annunciato i 14 progetti ammessi alla seconda fase del bando per la creazione di “Partenariati estesi alle università, ai centri di ricerca, alle aziende per il finanziamento di progetti di ricerca di base” nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 4 “Istruzione e ricerca” – Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa” – Investimento 1.3 finanziato dall’Unione Europea Next Generation EU per un ammontare complessivo di 1.610.000.000 euro. Il risultato della valutazione tecnico-scientifica è molto lusinghiero per l‘Università di Genova, che vede ammessi alla fase negoziale ben quattro suoi progetti: uno come coordinatore nazionale sulla tematica 12 “Neuroscienze e neurofarmacologia” e tre come referente di spoke (focus specifico) in altre tre tematiche – Scenari energetici del futuro (coordinato dal Politecnico di Bari), Rischi ambientali, naturali e antropici (coordinato dall’Università Federico II di Napoli), Cybersecurity, nuove tecnologie e tutela dei diritti (coordinato dall’Università degli Studi di Salerno).
Obiettivo dell’avviso è la realizzazione di massimo 14 partenariati estesi sul territorio nazionale riguardanti altrettante tematiche. Tutti i partenariati sono fortemente improntati al rafforzamento dell’inclusione tra pubblico e privato, anche nel settore della ricerca fondamentale, allo scopo di rendere più agevole e rapido il passaggio dalla ricerca di base all’utilizzo dei suoi risultati.
Il cospicuo finanziamento potrà essere investito per supportare dottorati di ricerca, attività di ricerca fondamentale e applicata, progetti finalizzati alla creazione di spin off e di start up, attività di ricerca e formazione in sinergia tra Atenei e imprese per ridurre l’attuale disallineamento tra le competenze richieste dal mondo del lavoro e la preparazione universitaria.
L’obiettivo del progetto sulle Neuroscienze e neurofarmacologia è arrivare a un approccio di indagine del singolo individuo fino a quello dell’intera popolazione, utilizzando tecniche innovative che permettono di studiare il sistema nervoso come network, di sviluppare nuove strategie farmacologiche e tecnologiche e di creare dei modelli digitali che siano la fedele riproduzione virtuale dell’individuo su cui disegnare e sviluppare in modo preciso strategie di prevenzione e di cura delle malattie neurologiche e psichiatriche.
Il progetto coordinato dall’Università di Genova coinvolge il Policlinico San Martino con altri 11 Atenei pubblici e 12 partner tra enti di ricerca e privati, IRCSS e imprese. Insieme tutti questi soggetti lavoreranno su alcuni argomenti chiave, altamente rilevanti per la comprensione delle funzioni del sistema nervoso sia nelle persone sane che nelle diverse malattie. L’esigenza deriva dal fatto che, come osserva Antonio Uccelli, ordinario di Neurologia all’Università di Genova, Direttore Scientifico del Policlinico San Martino e coordinatore dello studio «nonostante i recenti progressi, al momento non abbiamo una chiara comprensione dei processi chiave alla base delle funzioni del sistema nervoso. Inoltre le misure cliniche e strumentali attualmente disponibili sono in grado di cogliere solo parzialmente i meccanismi fisiopatologici alla base del funzionamento del sistema nervoso cosa che comporta una notevole difficoltà nella cura dei soggetti con disturbi del sistema nervoso».
Mnesys ha l’obiettivo a medio e lungo termine di disegnare trattamenti “su misura” per le malattie neurologiche e psichiatriche basati sulla genetica, sul profilo biologico del paziente e sui dati ottenuti dal contesto sociale e dall’ambiente in cui vive. Le azioni previste sono: 1) lo sviluppo di biomarcatori per identificare i pazienti nella fase preclinica o precoce di malattia, consentendo di impostare strategie individualizzate e preventive per migliorare la prognosi e la qualità della vita del paziente; 2) l’identificazione di nuovi bersagli cellulari e molecolari per lo sviluppo di approcci farmacologici innovativi; 3) la creazione di modelli digitali di malattia grazie a dati anagrafici, clinici, di laboratorio, diagnostici ottenuti mediante algoritmi matematici di intelligenza artificiale.
L’approccio sarà dunque multidisciplinare per rispondere a quella che Sergio Martinoia, ordinario di Bioingegneria elettronica e informatica dell’Università di Genova e vice-coordinatore del parteneriato, definisce “esigenza insoddisfatta”. A oggi, infatti, spiega il docente, “nella ricerca biomedica in generale e nelle neuroscienze in particolare non c’è integrazione tra approcci di ricerca con differenti focus sperimentali. La ricerca di base in queste aree tende a concentrarsi su categorie di malattie basate sulla causa principale del processo patologico come, per esempio, la neurodegenerazione nelle malattie tipo Alzheimer e Parkinson”.
Gli altri progetti che in cui è coinvolta UniGe
Studierà la fragilità del territorio nazionale e ligure e le misure per contrastarla il progetto RETURN (multi-Risk sciEnce for resilienT commUnities undeR changiNg climate), coordinato dall’Università Federico II di Napoli. I ricercatori esamineranno il fenomeno nella prospettiva della prevenzione multirischio, della resilienza al cambiamento climatico, della ottimizzazione energetica, e della preservazione degli ambienti e degli habitat. Oggetto di approfondita ricerca saranno: le sfide legate all’acqua, l’instabilità del suolo, il rischio sismico, la degradazione ambientale, gli insediamenti urbani e metropolitani.
Soluzioni per un ambiente più sano e salubre sono al centro anche di NEST (Network 4 Energy Sustainable Transition), il progetto guidato dal Politecnico di Bari e che coinvolge UniGe in più spoke, di cui uno, sull’idrogeno green, nel ruolo di coordinatore. NEST intende studiare lo sfruttamento delle energie sostenibili, il loro stoccaggio e la loro ottimizzazione, con particolare attenzione a smart grid – reti di informazioni e di distribuzione dell’energia elettrica – intelligenti e integrate.
I temi al centro di SERICS (SEcurity and RIghts in the CyberSpace) sono cybersicurezza e tutela dei diritti, affrontati in un’ottica multidisciplinare, non solo tecnologica. Il progetto, infatti, con la regia dell’Università degli Studi di Salerno, riserverà grande attenzione anche gli aspetti legali ed economici della materia, coinvolgendo esperti di un’ampia gamma di discipline: informatica, ingegneria dell’informazione, giuristi ed economisti. SERICS intende anche formare il personale, supportando la creazione di un dottorato di ricerca di interesse nazionale sul tema della Cybersicurezza e della tutela dei diritti e promuovendo l’istituzione di un’Accademia Nazionale di Cybersicurezza. L’Università di Genova ospiterà lo spoke “Operating Systems and Virtualization Security” dedicato alla sicurezza dei sistemi operativi e delle tecnologie della virtualizzazione, che sono al cuore della quasi totalità dei sistemi informatici. Unige assumerà il coordinamento nazionale della ricerca e dello sviluppo di nuove soluzioni per migliorare la sicurezza dei servizi in cloud, delle applicazioni dei dispositivi mobili, delle infrastrutture per il 5G e delle piattaforme di simulazione e addestramento alla Cybersicurezza di nuova generazione.