
Segnali di ripresa dal commercio secondo le rilevazioni Istat sulle vendite di giugno: un quadro positivo per il dettaglio che registra anche la ripartenza delle vendite nelle piccole superfici sulle quali hanno avuto un effetto positivo il ritorno in zona bianca e l’allentamento delle restrizioni.
I negozi al dettaglio mettono a segno una crescita sull’anno del 14,8% delle vendite non alimentari. La grande distribuzione cresce invece appena del 3,8%, avendo però iniziato a riprendersi già ad aprile, e con maggiore intensità.
Anche a Genova l’andamento delle vendite rispecchia la tendenza nazionale. «Confermiamo il trend positivo nonostante l’effetto dei saldi, a luglio, sia stato molto ridotto − riferisce Francesca Recine, presidente provinciale di Fismo Confesercenti − La stagione è comunque ancora in crescita grazie anche al turismo, ritornato significativo soprattutto nelle ultime due settimane. A ogni modo, per capire quanto effettivamente le attività abbiano recuperato, il raffronto va fatto con il 2019 pre-Covid. È fondamentale che chi ha resistito alla pandemia torni a investire nelle proprie aziende per dare continuità a un servizio che, durante il lockdown, si è rivelato fondamentale in termini di resistenza, presenza e vicinanza alle famiglie. Cambiamento e capacità di adattamento sono le parole chiave per le nostre attività come, d’altra parte, per tutto il mondo del lavoro, e ci attendiamo che il governo per primo proponga e offra alle imprese gli strumenti di cui hanno bisogno per ripartire».
L’aumento delle vendite, a livello nazionale, coinvolge tutti i settori merceologici non alimentari, con una forte accelerazione soprattutto per vendite di abbigliamento e calzature (rispettivamente +24,5% e +19,2% rispetto allo scorso anno). Il recupero del commercio tradizionale non si registra invece nell’alimentare: i negozi hanno esaurito quel ruolo di sostegno che avevano svolto durante la pandemia e, a giugno, le vendite sono in rosso per il quinto mese consecutivo, anche se contenuto (-0,6%). Rallenta anche la ripresa del commercio fuori dai negozi, mentre riprende quella del commercio elettronico, con tassi di crescita attestati sui livelli precedenti alla crisi pandemica.
Un clima positivo e di ripresa dei consumi, dunque, ma la crescita è tutta da consolidare secondo Confesercenti: pesano l’incertezza e le incognite legate all’andamento dei contagi, con lo spettro del ritorno alla rigidità di provvedimenti restrittivi che brucerebbe i segnali di fiducia da parte di consumatori e imprese. Lo snodo sarà il ritorno dei consumi delle famiglie sui livelli pre-crisi, molti dei cambiamenti nelle abitudini di consumo determinati dalla pandemia non sono infatti reversibili: la diffusione del lavoro da remoto, la ridotta mobilità legata ai timori di contagio, la crescita delle vendite on-line, sono fattori che influenzeranno i comportamenti delle famiglie.