Parco di Portofino, ridisegnati i confini dopo sentenza Tar: Regione contraria

Toti: «Che sia un tribunale a decidere della vita e della tutela di popolazioni che non ha mai visto e di cui non conosce il parere mi sembra una procedura partita male»

Parco di Portofino, ridisegnati i confini dopo sentenza Tar: Regione contraria

Il ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani ha applicato una sentenza del Tar e ha tracciato i nuovi confini del Parco di Portofino nella sua versione “nazionale”, inserendo oltre ai già presenti Santa Margherita Ligure, Portofino e Camogli, i limitrofi Recco, Avegno, Tribogna, Coreglia Ligure, Rapallo, Zoagli, Chiavari. Del resto era obbligato appunto dalla sentenza che ha imposto al ministero di provvedere entro il 31 luglio a una definizione provvisoria del Parco di Portofino.

«Che sia un tribunale a decidere della vita e della tutela di popolazioni che non ha mai visto e di cui non conosce il parere mi sembra una procedura partita male e che non finirà bene – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – altra cosa è invece sedersi intorno al tavolo, sapendo che Portofino è un bene del Paese e che abbiamo tutti l’esigenza di tutelarlo. Se ci sediamo intorno ad un tavolo per ragionare di un parco che abbia una governance locale fatta dai sindaci del territorio, che abbia confini condivisi dalle popolazioni di quel territorio io non ho nulla in contrario. Però la strada è questa, non è certo una sentenza del Tar».

Il vice presidente e assessore con delega ai Parchi Alessandro Piana aggiunge: «Un Parco deve nascere non per sentenza, ma attraverso un confronto con gli enti locali. Per domani ho convocato una riunione d’urgenza, visto il termine perentorio di sette giorni assegnatomi dal ministero, con tutti i sindaci interessati per raccogliere la loro posizione e quindi definire quella della Regione entro breve. Solo attraverso la condivisione di un percorso si possono tracciare le aree di un Parco, così come ritengo pericoloso stabilire per sentenza se debba essere nazionale o regionale, alla faccia delle autonomie locali sempre tanto decantate a parole. Abbiamo visto cosa è successo con le Comunità Montane, in Liguria, e col depotenziamento delle Province, con la riforma Delrio: la rappresentatività del territorio è venuta meno. La Regione sul Parco di Portofino ha molto investito in personale qualificato, soprattutto per i guardiaparco, per quello di manutenzione, su oltre 12 unità. A questo punto la domanda sorge spontanea: che fine faranno? Il Monte di Portofino li perderà? La Regione intende continuare a investire concretamente, così come abbiamo già scritto al ministro Roberto Cingolani».

Il capogruppo del Partito Democratico-Articolo Uno in Regione Liguria Luca Garibaldi commenta: «Finalmente c’è il Parco Nazionale di Portofino, ed è una grande notizia per la Liguria. Certo, c’è voluta una sentenza del Tar e l’azione del ministero dell’Ambiente per superare i tre anni di ostruzionismo della Regione sul Parco di Portofino e avere una perimetrazione provvisoria. Mi sembra quindi surreale la protesta di chi – come la Regione – da anni non ha fatto quel lavoro di ricognizione e proposta dei confini del nuovo Parco Nazionale, un obbligo di legge, disatteso da troppo tempo. Queste le ragioni per cui si è arrivati a questa decisione, sicuramente un unicum, ma la Regione ha una precisa responsabilità nella propria inazione».
Secondo Garibaldi la proposta di perimetrazione provvisoria è perfezionabile e migliorabile «si pensi al coinvolgimento anche delle realtà del Golfo Paradiso interessate da tempo, ma si tratta di una buona base di partenza. Ora bisogna recuperare il dibattito e la discussione pubblica che da anni manca e definire assieme la strada per un parco capace di valorizzare il territorio e di creare sviluppo e sostenibilità».
Il sindaco di Bogliasco Gianluigi Brisca chiede maggiore condivisione: «L’ipotesi di perimetrazione del Parco di Portofino dopo la sentenza del Tar del Lazio – 11 Comuni e 5363 ettari contro i 1056 attuali – esclude territori come quello del comune di Bogliasco che a suo tempo aveva chiesto di partecipare a un tavolo e a un percorso condiviso da tutti gli attori in campo. Esprimo la nostra delusione per una decisione calata dall’alto e non condivisa coi territori: il mio è un appello affinché venga aperto un tavolo con la Regione e con i territori stessi. È tempo di mettersi in moto e dare finalmente il via al parco nazionale, bene prezioso per la nostra regione». 

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