
Nel 2019 in Liguria si contano 8.747 nascite, erano 9.043 nel 2018. Il calo è del 29,7% rispetto al 2008 (12.450 nuovi nati). Una diminuzione, negli ultimi 10 anni, che si fa ancora più accentuata considerando i soli primogeniti: 6.898 nel 2008, 4.443 nel 2019, -35,6%.
Calo delle nascite e demografia femminile in Italia
Il calo delle nascite da coppie italiane è un fenomeno in parte dovuto agli effetti “strutturali” indotti dalle modificazioni della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra 15 e 49 anni. In questa fascia di popolazione le donne italiane sono sempre meno numerose: da un lato, le cosiddette baby-boomer (le nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta) stanno uscendo dalla fase riproduttiva (o si stanno avviando a concluderla); dall’altro, le generazioni più giovani sono sempre meno consistenti. Queste ultime scontano l’effetto del cosiddetto baby-bust, la fase di forte calo della fecondità del ventennio 1976-1995, che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995. A partire dal 2000 l’immigrazione, con l’ingresso di giovani, ha parzialmente contenuto gli effetti del baby-bust; tuttavia, l’apporto positivo dell’immigrazione sta lentamente perdendo efficacia man mano che invecchia anche la popolazione straniera residente.
I dati Istat, pubblicati oggi sul sito dell’istituto, rilevano un nuovo superamento del record di denatalità in Italia, che si verifica per il settimo anno consecutivo: nel 2019 i nati della popolazione residente sono 420.084, quasi 20 mila in meno rispetto al 2018 (-4,5%) e ben 156.575 in meno rispetto al dato del 2008 (-27%). Un calo attribuibile quasi esclusivamente alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (327.724 nel 2019, oltre 152 mila in meno rispetto al 2008).
La nascita di primi figli si è ridotta soprattutto nel centro Italia, con una media della macro-area del -34,4%. In particolare, Umbria (-36,7%), Marche (-35,6%), Toscana (-34,7%) e Lazio (-33,6%).
Anche le regioni del Nord registrano diminuzioni significative: oltre alla Liguria (-35,6%), da segnalare i cali di Valle d’Aosta (-34,9%), Piemonte (-34,8%), Friuli-Venezia Giulia (-34,1%), Veneto (-33,6%), Emilia-Romagna (-33%) e Lombardia (-30%).
Tra le cause di questo calo, l’Istat evidenzia la prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine, a sua volta dovuta a molteplici fattori: il protrarsi dei tempi della formazione, le difficoltà che incontrano i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro e l’instabilità del lavoro stesso.
Ma anche le difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni, oltre ad altri possibili fattori di natura culturale. La forte instabilità economica degli ultimi anni, oltre, alle persistenti difficoltà di carattere occupazionale e reddituale, hanno amplificato l’effetto di questi fattori. Di conseguenza, sempre più giovani hanno ritardato le “tappe” di transizione verso la vita adulta rispetto a quanto fatto dalle generazioni precedenti.
I nati da cittadini stranieri
Per quello che riguarda i cittadini stranieri, nel 2019 si riduce il contributo anche di questa parte di popolazione alla natalità: i nati da genitori entrambi stranieri sono 62.918 nel 2019 (il 15% sul totale dei nati), poco più di 2.500 in meno rispetto al 2018. Dal 2012 al 2019 diminuiscono anche i nati con almeno un genitore straniero (quasi 15 mila in meno): con 92.360 unità costituiscono il 22% del totale dei nati, oltre 4.200 in meno solo nell’ultimo anno. Nel 2019 è di cittadinanza straniera un nato su quattro in Emilia-Romagna (25%), il 22% dei nati in Lombardia, circa un nato su cinque in Veneto, Liguria, Toscana e Piemonte. La percentuale di nati stranieri è decisamente più contenuta in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, con l’eccezione dell’Abruzzo (10%).
La Liguria è tra le regioni con la più alta percentuale di nati da almeno un genitore straniero, il 29,7%, insieme all’Emilia-Romagna (34,6%), Lombardia (31,3%), Veneto (29,9%) e Toscana (28,7%).
Fecondità ed età media alla nascita
Liguria tredicesima in Italia per fecondità, con una media di 1,21 figli per donna, che scende a 1,08 se si tiene conto delle sole italiane. Valore che, a livello nazionale, continua a calare dal 2010 (era 1,46) e che oggi si attesta a 1,27 figli (1,18 solo per le donne italiane). Per trovare livelli di fecondità così bassi bisogna tornare indietro ai primi anni duemila. A livello regionale, i tassi di fecondità maggiori si registrano nelle regioni del Nord (1,30 nel Nord-ovest e 1,32 nel Nord-est). I valori salgono se si tiene conto della sola parte straniera: 2,00 il tasso di fecondità in Liguria, 1,98 la media italiana.
La nostra regione è in linea con la media nazionale (32,09) per quello che riguarda l’età media dei genitori alla nascita: 32,2 le donne (33,2 le italiane, 28,8 le straniere), 35,9 gli uomini. Confrontandoli con quelli del 1995, i valori si sono alzati notevolmente: 25 anni fa l’età media delle liguri alla nascita era di 30,8 anni.
Anche in Liguria boom di Leonardo e Sofia
Sono Leonardo e Sofia i nomi più gettonati, anche in Liguria, per i nuovi nati nel 2019: rispettivamente, 202 e 124 fiocchi azzurri e rosa. In Italia sono stati i nomi scelti dai genitori di 7.786 maschietti e 5.851 femminucce. Il podio si completa con Francesco e Lorenzo, da una parte, e Aurora e Giulia dall’altra. Sofia è anche il nome più scelto tra i neogenitori stranieri, seguito da Sara ed Emma, mentre per i maschi i preferiti del 2019 sono Adam, Amir e Rayan.
Leonardo raggiunge il primato in tutte le 14 regioni del Centro-nord (a eccezione della provincia autonoma di Bolzano dove primeggia il nome Jonas) e, tra le regioni del Mezzogiorno, prevale in Abruzzo e in Sardegna. Per le bambine, escludendo la Provincia Autonoma di Bolzano (dove primeggia il nome Emma), della Valle d’Aosta (in cui prevale Alice) e della Basilicata (la preferita è Francesca), in tutte le realtà locali si ritrovano gli stessi tre nomi del podio nazionale.