Turismo in Liguria: da dove ripartire nel post Covid-19 e le sfide per il rilancio

L'ufficio studi Intesa Sanpaolo ha analizzato criticità e opportunità del post Covid-19, evidenziando alcuni aspetti su cui si può ripensare l'attrattività turistica ligure

Turismo in Liguria: da dove ripartire nel post Covid-19 e le sfide per il rilancio

Il crollo del ponte Morandi aveva intensificato il momento di difficoltà del turismo ligure che pure sembrava in fase di risoluzione a fine 2019, ma l’epidemia del Covid ha bruscamente stoppato non solo la ripresa, ha messo in crisi tutto il settore. Il turismo conta parecchio per l’economia ligure ed è inevitabile che una sua crisi comporti una diminuzione significativa del pil regionale più che in altri territori.

L’elaborazione dell’ufficio studi Intesa Sanpaolo sulle criticità e le opportunità del post Covid-19 per il turismo evidenzia alcuni aspetti su cui si può ripensare l’attrattività turistica ligure.

Quanto incide il turismo in Liguria

Il contributo del turismo al valore aggiunto della Liguria raggiunge il 16,5% considerando tutta la filiera.

Nel 2017 la rilevanza del settore alberghiero sul valore aggiunto regionale era del 4,7% contro il 3,9% italiano e sugli occupati era dell’8,4% contro il 6,5% italiano.

Il peso del valore aggiunto ligure del settore alberghiero e ristorazione su quello italiano è del 3,4%, quello degli occupati del 3,5%, quando solitamente l’impatto di tanti settori economici liguri su è attorno al 2,5%.

Le presenze in Liguria

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A livello di presenze la provincia della Spezia, grazie al traino delle Cinque Terre, è quella più dinamica e internazionalizzata, mentre Savona e Genova sono quelle più gettonate. Tuttavia il turismo ligure era già in difficoltà prima dell’emergenza, con un calo delle presenze nel triennio 2017-2019.

Gli italiani sono calati del 10%, un dato nettamente inferiore rispetto alla media nazionale (+1,4%), per contro la dinamica degli stranieri è più alta della media nazionale (+48% contro il +36% italiana).

Quanto è stato perso in fase di lockdown?

In Liguria, tra febbraio e maggio, si concentra il 24% delle presenze di italiani e il 26,5% di stranieri rispetto al totale annuale. I mesi più importanti sono tra giugno e settembre (60% presenze globali).

Da cosa ripartire?

Intesa Sanpaolo focalizza alcuni punti che possono essere il punto di partenza per il rilancio del turismo in Liguria a partire proprio dal territorio e la sua bellezza unica per ogni stagione: la promozione delle 32 spiagge Bandiere Blu e dei 14 approdi turistici Bandiera Blu, ma anche i 24 tra i 289 Borghi più belli d’Italia e i 60 mila ettari di parchi (12% del territorio regionale).

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L’altro aspetto su cui puntare è il cosiddetto turismo esperienziale possibile 365 giorni all’anno grazie al clima. In particolare il fattore di attrazione degli sportivi (in Italia sono presenti circa 21 milioni di persone che praticano sport) viene considerato importante, alla luce del fatto che le regioni dalle quali provengono più turisti italiani verso la Liguria sono quelle in cui si pratica più sport.

Proprio i lombardi sono coloro che andrebbero recuperati: in 10 anni sono circa 570 mila le presenze perse.

L’altro punto fermo è l’importanza del turismo crocieristico, che vede la Liguria prima regione italiana per passeggeri movimentati. Con Genova settimo porto del Mediterraneo.

Le sfide e le opportunità

Nonostante la forte crescita degli ultimi anni, il grado di internazionalizzazione del turismo ligure resta inferiore alla media italiana: 40% contro 50%.

Per questo l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo suggerisce l’ideazione dei “Grand tour” del Nord Ovest (Liguria, Lombardia e Piemonte), studiati per far conoscere meglio l’area e prolungare la permanenza sul territorio. Diventa fondamentale la formazione di personale che non sappia parlare solo inglese, ma anche arabo, mandarino, russo. Alcuni consigli: offerte web dedicate, migliori collegamenti intermodali, rimborsi tasse più snelli e promozione tramite influencer.

Anche la presenza di studenti stranieri (il 10% degli studenti universitari in Liguria provengono dall’estero) è da considerare come un potenziale su cui investire per avere “turisti di domani ad alto valore aggiunto”.

L’offerta ligure non sembra ancora pronta sul fronte dei canali di vendita online e sul marketing via internet. L’e-commerce anche nel turismo è ormai in crescita esponenziale. Il 97% dei turisti poi si lascia ispirare da internet per cercare informazioni sulle mete.

Il fatto che 3 italiani su 4 siano disposti a spendere di più per una scelta di turismo sostenibile dovrebbe essere un altro aspetto su cui riflettere e calibrare la promozione e le offerte.

Il patrimonio artistico è una leva per il turismo molto importante per l’Italia. In Liguria Genova è tra le prime 20 città in Italia per spesa culturale degli stranieri (116 milioni di euro la media 2017/2018). Il dato relativo all’intera Liguria è di 256 milioni.

Per aumentare l’attrattività del territorio le imprese alberghiere liguri interpellate da Intesa Sanpaolo hanno messo al primo posto lo sviluppo dello spirito turistico e l’ospitalità della cittadinanza, seguito dalla creazione e dalla promozione del brand del territorio e dagli eventi di carattere locale. Al quarto posto c’è la valorizzazione del patrimonio enogastronomico locale.

Proprio il turismo enogastronomico è un’altra sezione in ascesa: questo tipo di motivazione costituisce il 53% della scelta della località. La metà delle persone che fanno parte di questa percentuale cerca di abbinare al cibo altre attività ludiche, culturali o sportive.

I clienti dei ristoranti stellati, fa sapere Intesa Sanpaolo, oltre alla spesa che sostengono per un pranzo o una cena, lasciano sul territorio una cifra media di 256 euro se italiani, 612 se stranieri. In Liguria i ristoranti stellati sono solo 6 (tutti con una stella).

Gli ostacoli

Secondo le imprese alberghiere, prima del crollo del ponte Morandi, i principali ostacoli per lo sviluppo del settore erano la pressione fiscale, la burocrazia e gli scarsi investimenti in infrastrutture e trasporti.

Tra le opportunità viene anche elencato un aspetto che raramente viene preso in considerazione: il passaggio generazionale. In Italia un’azienda alberghiera su cinque ha un board composto interamente da over 65 (contro il 13% del manifatturiero), negli alberghi liguri questa percentuale è ancora più alta: 26%, restando invece nella media italiana per il manifatturiero.

In Liguria la percentuale di alberghi con a capo un under 40 è dell’8,8%, contro il 9,3% italiano.

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Diventa anche fondamentale la riqualificazione dell’offerta alberghiera: in Liguria le strutture sono 1.324 (4% della quota nazionale) e 62.308 posti letto (il 2,8% italiano). L’offerta è concentrata sulla fascia medio-bassa (74,5% del totale). I 4 stelle sono il 22,3% contro il 35,4% italiano.

Per approfondire l’intero studio si può leggere qui:

Intesa Sanpaolo Studi e Ricerche turismo Liguria

 

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