Occupazione (Istat), 2° trimestre positivo per la Liguria, Cgil: “Dopo ponte Morandi servono certezze”

Cala il lavoro dipendente in favore di quello autonomo, l’industria manifatturiera ha finito la sua rincorsa e il settore delle costruzioni conosce una pesante battuta d’arresto

Occupazione (Istat), 2° trimestre positivo per la Liguria, Cgil: “Dopo ponte Morandi servono certezze”

Dopo un 1° trimestre positivo, anche il 2° trimestre segna un’ulteriore crescita dell’occupazione. È quanto emerge dall’aggiornamento dei dati Istat sul mercato del lavoro.

«Settemila occupati in più sono un risultato importante che confermano e consolidano un’inversione di tendenza dopo 2 anni molto difficili – dice Federico Vesigna, segretario generale Cgil Liguria – non sono però tutte rose e fiori perché a crescere è solo l’occupazione indipendente mentre cala e in modo significativo, di 10 mila occupati, quella dipendente. Inoltre anche le persone in cerca di occupazione aumentano di 8000 unità riportando il tasso di disoccupazione sopra alla soglia del 10 per cento, al 10,3%».

«Se si guarda il dato disaggregato per settore – commenta Marco De Silva, responsabile dell’ufficio economico Cgil Liguria – si scopre che l’industria manifatturiera ha finito la sua rincorsa e il settore delle costruzioni conosce una pesante battuta d’arresto. Commercio e turismo crescono come comparti, ma calano di 4 mila unità i lavoratori dipendenti e ha ripreso forza la dinamica del lavoro autonomo. In altre parole una debole ripresa è in atto ma è molto fragile tanto che stenta a tradursi in occupazione di qualità».

In questo contesto il crollo del Ponte Morandi amplifica e ingigantisce tutti gli elementi di debolezza strutturale del sistema produttivo ligure.

Secondo la Cgil neanche prima “si stava così bene come qualcuno voleva farci credere, ma se non reagiamo in fretta si corre il rischio di non rialzarsi più. Siccome è nell’emergenza che dobbiamo dare il meglio di noi, abbiamo l’opportunità di ripensare tempi di vita e di lavoro della città, mettendo mano ad un sistema della mobilità che era già a collasso”.

La Cgil chiede certezze al governo: “Prima di ogni altra cosa dobbiamo mettere in cantiere la demolizione e ricostruzione del Ponte. Al governo l’onere della scelta ma le soluzioni che verranno adottate devono dare certezze al sistema produttivo e ai cittadini. Certezze nei modi con cui verranno assegnati gli appalti e certezze nei tempi di realizzazione“.

La qualità della ripresa occupazionale nel 2° trimestre, secondo il sindacato, è la spia che dice che il territorio resta poco appetibile sul piano della competitività.

“Fintanto che Genova e la Liguria resteranno tagliate in due, fintanto che la scelta sarà tra percorrere 102 km in più di un’autostrada vecchia e piena di curve e attraversare una città sempre più congestionata dal traffico, qualunque sforzo è destinato a fallire. Perché il 2° trimestre non resti l’ultimo con il segno più, la ricostruzione ha bisogno di un quadro di regole certe che eviti ricorsi  strategici ed ogni possibile rallentamento. La temerarietà con cui il governo affronta l’emergenza Genova non è rassicurante per il futuro di tutti noi liguri”.

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