Entrate tributarie, il primato nazionale dei Comuni liguri

Calano invece le spese di province e Città Metropolitana in rapporto al Pil, unico caso in Italia

Entrate tributarie, il primato nazionale dei Comuni liguri

Le amministrazioni comunali liguri nel 2015 hanno avuto 1.996 milioni di euro di entrate correnti tra tributarie, contributi e trasferimenti ed extra-tributarie. Lo rileva l’Istat nel rapporto sui bilanci consuntivi di comuni, province e aree metropolitane.

Le entrate tributarie rappresentano il 71% della quota totale ligure, una delle percentuali maggiori in Italia, con solo Umbria e Puglia che registrano un dato più alto, mentre nei contributi e trasferimenti la Liguria è, per usare una metafora calcistica, nella parte destra della classifica con il 9,6% (in questo caso a farla da padrone sono le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano, che possono quindi permettersi una minore pressione fiscale), mentre le entrate extra-tributarie rappresentano il 19,4% del totale delle entrate. Guardando i valori procapite però, la Liguria spicca per i 903 euro di entrate tributarie, un valore di gran lunga superiore a tutti gli altri e alla media nazionale di 648 euro. 122 euro quello di contributi e trasferimenti (media nazionale 151); 246 euro quello delle entrate extra-tributarie (media nazionale 224 euro).

Le spese correnti sono destinate alla produzione e al funzionamento dei vari servizi prestati dall’ente pubblico, nonché alla ridistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.

Sul fronte delle spese correnti, le amministrazioni comunali della Liguria registrato un totale di 1.793 milioni di euro (1.141 euro il valore procapite). 488 milioni di euro per il personale (310 euro il valore procapite, superiore alla media nazionale di 234 euro, il 27,2% delle spese totali), 993 milioni per l’acquisto di beni e servizi (632 euro procapite con una media nazionale di 503 euro, 55,4% del totale), 312 milioni per altre spese correnti (199 euro procapite, superiore alla media nazionale di 174 euro, il 17,4% del totale).

Sulla spesa per funzione e impegni, i Comuni liguri raggiungono un totale di 1.937 milioni (1.233 procapite, un valore piuttosto alto, superato solo dalle province autonome, dal Friuli Venezia Giulia e dal Lazio): 625 milioni per l’amministrazione, la gestione e il controllo (398 euro procapite, un valore superiore alle regioni del Nord e di molte del Sud), 580 milioni per la gestione del territorio e dell’ambiente (369 euro procapite, contro una media nazionale di 292), 333 milioni per la viabilità e i trasporti (212 euro procapite, contro i 158 italiani), 241 milioni per il settore sociale (154 euro procapite, media nazionale 145), 159 milioni per l’istruzione pubblica (101 euro procapite, pari alla media nazionale).

Il grado di autonomia impositiva dei Comuni liguri, cioè la capacità dell’ente di prelevare risorse coattivamente esercitando la sua potestà impositiva (in sostanza l’incidenza delle entrate tributarie su quelle correnti) è diminuita di 0,1 punti percentuali: da 71,1% del 2014 a 71% del 2015 (media nazionale 63,3%).

Il grado di autonomia finanziaria, che misura il grado di autonomia dell’ente, ossia l’incidenza delle entrate proprie su quelle correnti, è cresciuto dall’88,7% al 90,4% (media nazionale 85,3%).

Il grado di dipendenza erariale, cioè la dipendenza dell’ente dai trasferimenti statali, ossia l’incidenza dei contributi e trasferimenti statali sulle entrate correnti, è calato dal 4,8% al 3,2% (media italiana 4,7%).

Il grado di rigidità strutturale, cioè la rigidità dell’ente nelle decisioni di spesa, ossia l’incidenza delle spese di personale e per rimborso di prestiti sulle entrate correnti, è aumentato dal 35,4% al 43,3% (media italiana 44,7%), aumentata anche l’incidenza della spesa di personale dal 24,2 al 24,4% (media nazionale 22,8%).

In rapporto al Pil, nel 2015 le entrate rappresentano il 4,2% (erano 4,4 nel 2014), le spese il 3,7% (erano il 3,9% nel 2014), dati superiori alla media nazionale del 3,8% per le entrate e del 3,4% per le spese che valgono comunque l’undicesimo posto in classifica.

Spese ed entrate correnti dei comuni per regione in rapporto al Pil

Province e Città metropolitane

Le entrate correnti delle amministrazioni provinciali e delle città metropolitane evidenziano un valore nettamente inferiore rispetto ai Comuni: in Liguria è di solo 253 milioni il totale, pari a 161 euro procapite, divisi tra 118 milioni di entrate tributarie (46,6%), 108 milioni di contributi e trasferimenti (42,9%) e 27 milioni di entrate extra-tributarie (10,6%). In questo caso, rispetto alla media nazionale, sono superiori i contributi e le entrate extra-tributarie, dal punto di vista della percentuale rispetto al totale.

Per le spese correnti in Liguria si spendono 60 milioni per il personale, 128 milioni per acquisti di beni e servizi e 60 milioni per altre spese correnti, un totale di 248 milioni (158 euro procapite). Un valore procapite di 158 euro, che vale il quinto posto nazionale.

Il grado di autonomia impositiva è aumentato dal 44,2% al 46,6%, quello di autonomia finanziaria dal 55,6% al 57,1%, calato invece il grado di dipendenza erariale da 2,1% all’1,2%, il grado di dipendenza regionale cala dal 35,7% al 33,9%, mentre sale il grado di rigidità strutturale: dal 50,3% al 61,9%. Calata l’incidenza delle spese di personale dal 26 al 23,6%.

Solo in Liguria si registra una variazione negativa per quanto riguarda le spese in rapporto al Pil rispetto all’anno precedente (-0,1% punti percentuali): da 0,6 a 0,5%, a fronte di un pari calo delle entrate, dal punto di vista percentuale.

Per approfondire: Tavole Istat 2015

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