
Una fitta agenda per il primo comitato di gestione della nuova Autorità di Sistema del Mar Ligure Occidentale. Oggi l’insediamento ufficiale, dopo mesi di attesa, con l’approvazione del regolamento in vista della data del 31 marzo, probabile giorno del primo comitato appunto.
Bilancio, risposta sulle istanze alle proroghe, la torre piloti e il percorso per l’assegnazione dei bacini, sono i temi in primo piano, elencati dal presidente Paolo Emilio Signorini, che non dimentica l’operatività: licenze, concessioni, autorizzazioni dei due scali.

«Puntiamo ad arrivare a circa 4 milioni di teu – dice – e mi tengo cauto, perché l’obiettivo è rendere Genova-Vado il primo sistema di porti a livello italiano, anche il governo mi pare voglia andare in questo senso».
Aumentando i volumi, gli operatori non risentiranno della concorrenza, in sostanza ci sarà spazio sia per la piattaforma Maersk a Vado sia per Calata Bettolo a Genova, fa sapere Signorini, che ha anche affrontato il tema dei contratti: «In altri settori di trasporto abbiamo un contratto-tipo tra concedente e concessionario, che tende a definire meglio i rapporti con il terminalista. Una definizione migliore per un tempestivo monitoraggio degli investimenti e dei lavori per esempio».
Sul fronte del lavoro, oggi giornata fitta per Ivano Russo, il consigliere del ministro delle Infrastrutture Delrio, che si sta occupando anche del modello della Culmv: «Questo tema – spiega Signorini – nella riforma è rimasto indietro. Il modello della Compagnia non è contestato da nessuno, in tutta Europa consente di assorbire picchi di lavoro. C’è la tariffa, ma l’Autorità ci può mettere del suo con le tasse portuali, mentre lo Stato potrebbe pensare alla formazione, in modo che la Compagnia possa adeguare le prestazioni ad attività che richiedono conoscenza dell’alta tecnologia».
Verranno anche riscritti i canoni di concessione: «Verranno chiariti i criteri di fissazione, ma sugli importi non prevediamo grandi cambiamenti», assicura Signorini.
Non si può non parlare anche di tutto ciò che è contorno al porto: sul trasporto ferroviario Cristoforo (Rino) Canavese, membro del comitato di gestione, fa capire quali possono essere le prospettive: «Finanziato il secondo binario di Voltri, ci sono sei locomotori da linea per far costar meno i treni, ma bisogna allargare il mercato agli standard europei, oggi l’unico porto che è in grado di fornire la sagoma p400, che carica su treno semirimorchi, è Trieste. Per far capire all’interporto di Novara su 500 mila pezzi, i contenitori sono solo il 30%, il resto è su semirimorchio».