
“Abbiamo elaborato una piattaforma su cui confrontarci: ma con chi?” La domanda è di Milo Durante, noto imprenditore ligure presidente di Apat ( Associazione Piccole Aziende Territoriali) a proposito delle prossime ammiistrative genovesi.
“In questo meraviglioso pout -pourri di fine inverno e inizio primavera – dichiara Durante – assistiamo a balletti e ritornelli che ci ‘rincuorano’ per la prossima stagione estiva. Nei prossimi mesi rivivremo in maniera esaltante i soliti tormentoni che già ci accompagnano: il M5S nomina ‘democraticamente’ il proprio candidato sindaco e ‘democraticamente’ lo disereda; il centro-sinistra, dopo nomi fantasiosi, erige a proprio candidato un funzionario di partito; il centro-destra sciorina numerosi candidati di varie capacità, ma con un quesito interessante: candidati da chi? Ad ogni caso, la base dei partiti e, ancor di più, la cittadinanza non è stata interpellata. Questo valzer di poltrone sembra l’unico leit-motiv della prossima tornata elettorale genovese. Programmi, progetti e bisogni della città: tutto questo appare un fatto assolutamente marginale nel dibattito pubblico (e siamo a 3 mesi dalle elezioni)”.
“L’Associazione Piccole Aziende Territoriali (Apat) – ricorda Durante – ha enumerato alcuni temi cardine ma non sa ad oggi obiettivamente con chi dibatterne. Qualche esempio preclaro: desolanti i dati relativi alle capacità produttive dell’edilizia e alla consistenza occupazionale della stessa. Da lì la necessità di correggere le regolamentazioni sugli appalti pubblici, eliminando per esempio in termini drastici i massimi ribassi. Snellire le normative afferenti l’edilizia privata e avviare nuovi processi di rivalutazione, rivisitazione e costruzione di edifici per le classi meno abbienti. Occorre intervenire decisamente sul Centro Storico per ovviare ai provvedimenti attuati dal Comune di Genova che hanno aumentato l’insicurezza del quartiere con l’incremento di spaccio degli stupefacenti e della prostituzione, con conseguente penalizzazione degli esercenti pubblici e diminuzione del personale occupato dagli stessi. L’opzione vincente sarebbe liberalizzare maggiormente gli orari di apertura e far si che ci sia l’opportunità che il tessuto economico del Centro Storico possa dotarsi, a proprie spese, di vigilantes privati. Bisogna individuare infine nuove politiche dei fondi regionali per la dote di cura e la vita indipendente dei disabili aiutando le famiglie che hanno nel loro ambito giovani con riconoscimenti di invalidità per deficit psico-fisici, sensoriali e intellettivi. Questa è solamente una marginale parte di piattaforma su cui confrontarci: ma con chi”?