
Chiude in calo la Borsa di Milano, con Ftse Mib a 18.165,84 (-1,61%) e Ftse Italia All-Share a 19.818,26 (-1,49%), condizionata, come le altre principali borse europee, dalla discesa dei prezzi delle materie prime, e in particolare del petrolio. L’incognita sulle mosse Fed, dopo l’apertura di alcuni membri a una stretta ad aprile, il conseguente rafforzamento del dollaro e la correzione delle materie prime hanno portato greggio a -1,2% a 39,3 il Wti.
Penalizzate soprattutto dalle vendite su minerari, retailer, auto e banche, tutte le Borse hanno registrato perdite superiori all’1%: -2,1% Parigi, -1,5% Francoforte, -1,49% Londra.
A Piazza Affari male Eni (-2,38%9 e Saipem (-5,5%) coi petroliferi, mentre si sono difesi gli altri energetici: Enel +0,57%, A2a +0,55%, e Terna, con un +1,01%, ha chiuso sui massimi storici (5,01euro).
In discesa Banco Popolare (-4,8%) e Bpm (-5,3%): all’accoglienza positiva della notizia di integrazione tra i due gruppi sono subentrati timori legati a una ricapitalizzazione superiore alle attese per l’istituto veronese e alla questione della gestione dei crediti deteriorati. Tra gli altri finanziari, Intesa Sanpaolo -1,71%, Unicredit -2,74%, Mediobanca -2,8%, Generali -2,19%, Mps -5,2%.
Telecom Italia, mentre è in corso la ricerca del nuovo amministratore delegato, ha lasciato il 3,82%, chiudendo a quota 0,9685 euro per azione.
Per quanto riguarda gli industriali, Fiat Chrysler a 4,12%, Ferrari -0,68%, Finmeccanica 2,43%.
Bene Rcs (+4,06%) e Mondadori (+3,71%) dopo il via libera condizionato dell’Antitrust all’acquisto di Rcs Libri da parte del gruppo di Segrate.
Il dollaro resta in rafforzamento, viste le maggiori chance di interventi sui tassi in primavera: euro/dollaro a 1,1171 da 1,183, dollaro/yen a 112,71 da 112,43. Euro/yen a 125,91 da 125,72.