I computer di Albenga controllano le serre nel mondo

I computer di Albenga controllano le serre nel mondo

Ad Albenga, nel cuore della floricoltura ligure, c’è un’azienda che ha unito agricoltura ed elettronica e ne ha fatto un business.
Agricontrol, nata a fine 1984 con la produzione di quadri elettrici per il controllo delle serre, ha sviluppato nuovi prodotti, e tanta esperienza, in oltre trent’anni di attività, operando oggi su un mercato internazionale, ma di forte nicchia: «Lavoriamo con i costruttori di serre in Europa e nel mondo, fornendo loro gli apparati elettronici che comandano i vari impianti – racconta Iseo Secco, socio dell’azienda – Si tratta di una fetta di mercato molto piccola, in cui la concorrenza è comunque molto sentita: trent’anni fa eravamo in pochi in questo campo, mentre oggi spuntano anche piccole realtà molto volatili che spesso forniscono prodotti a prezzi stracciati, per poi uscire in fretta dal mercato».

Iseo Secco
Iseo Secco

Due i prodotti di punta dell’azienda. Si tratta di un computer a controllo climatico, che definisce il clima ideale di una determinata serra, dalla temperatura all’umidità, e del “fertirrigatore”: «Uno strumento che consente di creare una miscela di fertilizzanti, in percentuali definite dall’agricoltore, che viene poi distribuita sulle piante», spiega Secco. Il computer che gestisce la fertirrigazione può memorizzare fino a 32 miscele diverse.

Classe 1952, albenganese, Secco ha condiviso la propria passione per tutto ciò che riguarda l’elettronica con Bruno Balbo, amico d’infanzia, suo socio nell’intraprendere la carriera imprenditoriale. Insieme a loro, nella sede di Albenga, lavorano nove dipendenti: «Tecnici specializzati, che, nonostante gli anni di difficoltà economica, siamo riusciti a mantenere in organico, anche facendo ricorso alla cassa tra 2012 e 2013», sottolinea Secco.

Fino al 2011 l’azienda può dire di non aver risentito della crisi. Anno d’oro è stato il 2003, quando il fatturato ha superato il milione di euro: cifra importante per una piccola impresa. Ma a partire dal 2011 gli effetti negativi della congiuntura economica hanno cominciato a farsi sentire con prepotenza: «Abbiamo subito forti cali di fatturato nel 2012 e nel 2013, con un arresto addirittura del 30% e del 20%. A maggio 2014, quando eravamo sul punto di fare nuovamente ricorso alla cassa integrazione, due grossi ordini, uno dal Messico e un altro dalla Bulgaria, ci hanno fatto tirare un sospiro di sollievo, consentendoci di concludere l’anno positivamente rispetto agli anni precedenti: a dicembre abbiamo chiuso con un fatturato di 686 mila euro».

È proprio l’estero a rappresentare la fetta più consistente dei lavori di Agricontrol: non solo Europa, con Francia e Spagna in prima linea, ma la maggior parte degli ordini più consistenti arrivano da Cina, Sudamerica, Giappone, Australia, Stati Uniti e Canada. La Liguria rappresenta invece una percentuale minima del business dell’azienda: «Se avessimo dovuto lavorare solo nella nostra regione avremmo chiuso da un pezzo: solo nel 2014 abbiamo preso non più di tre lavori nell’albenganese –  commenta Secco – in Liguria il boom del settore si è verificato tra gli anni Ottanta e Novanta, con un forte incremento nella costruzione di serre. In questi anni alla coltivazione degli ortaggi si è affiancata quella dei fiori, che si è sviluppata fino a diventare un fiore all’occhiello della nostra regione. Dal 2000 il settore ha poi subito un brusco calo, che si è accentuato dal 2008 in poi».

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