
Provate a mettere insieme cinque ingredienti: web, innovazione, imprenditoria, energia sostenibile e solidarietà. Avete davanti la base di una ricetta, tutta ligure, per realizzare Eliott for water, il primo motore di ricerca “sostenibile e solidale” per portare l’acqua potabile in quei Paesi in cui la poca disponibile non è purificata ed è portatrice di malattie.

Tutto nasce dall’idea di Andrea Demichelis, classe 1993, di Laigueglia, che, a soli 21 anni, si è inventato qualcosa di unico. Qualcosa che, dopo un percorso di studio e lavoro e un investimento di circa 15 mila euro, vedrà la sua concretizzazione mercoledì 20 maggio, con l’avvio del nuovo motore di ricerca Elliot for water: «Il portale, online sotto il dominio www.elliotforwater.com – spiega Demichelis – trarrà i risultati dai motori di ricerca Yahoo e Google e userà il 70% del proprio profitto per il progetto di depurazione dell’acqua nei Paesi del Terzo mondo. Sarà tradotto integralmente in molteplici lingue». Elliot for water contiene anche una sezione con le informazioni dedicate al progetto e uno spazio rivolto alle società che vogliono collaborare attivamente. Si tratta di un modello di business che consente alle persone di navigare e fare ricerche sul web e, nello stesso tempo, contribuire alla realizzazione del progetto senza dover spendere un euro.
La storia di Andrea Demichelis è quella di una classica “fuga di cervelli”: vissuto per 18 anni a Laigueglia, frequenta il liceo linguistico Don Bosco di Alassio ma, nel 2012, decide di trasferirsi a Parigi: «Qui ho studiato finanza, sviluppo sostenibile e imprenditoria alla Paris Eslsca Business School, seguendo molti corsi sulle energie rinnovabili e su come pensare diversamente per sviluppare un business che faccia bene al pianeta, a me e a chi mi sta intorno. Proprio durante uno di questi corsi, sono venuto a conoscenza di nuove tecnologie che permettono di purificare l’acqua e che non necessitano di alcun tipo di energia convenzionale. Nello stesso tempo, ho appreso che oltre la metà delle morti in Paesi del Terzo mondo derivi proprio da malattie prese dall’acqua, non salutare, che bevono».

Ogni anno si contano circa 5 milioni di morti al mondo per motivi legati direttamente o indirettamente all’acqua, mentre 1,6 miliardi sono le persone che, a oggi, non hanno accesso all’acqua potabile. L’idea di trasformare queste conoscenze in “business sostenibile e solidale” è arrivata in un secondo momento: «Ho pensato a sviluppare seriamente un progetto guardando un documentario in cui si parlava di acqua, di come l’uomo abbia ridotto le proprie fonti e di come molte persone ancora oggi non abbiano accesso a una fonte pulita – racconta Demichelis – proprio guardando questo programma mi sono ricordato di tutte quelle tecnologie che avevo studiato e ho pensato a quanto potesse essere utile un motore di ricerca per l’acqua. In due settimane, grazie a molte congiunzioni astrali, ho raggruppato il team di persone che mi servivano per cominciare a lavorare su questo progetto».
Da allora è iniziato un lavoro lungo otto mesi che ha portato alla creazione, a gennaio, della società Elliot for water Ltd, con sede a Londra, di cui Andrea Demichelis è socio unico: «La scelta di Londra deriva soprattutto dal fatto che si tratta di una città internazionale: la società lavorerà in tutto il mondo e avrà dipendenti a distanza, perciò avevo bisogno di una sede di questo tipo. Inoltre, nel caso in cui avessi bisogno di iscrivermi a un sito di crowdfunding, non potrei farlo dall’Italia».

Particolare invece la scelta del nome: «Elliot deriva da “Helios”, il dio del sole – spiega – da qui Elliot for water, il sole per l’acqua». Non a caso, l’energia utilizzata per la tecnologia di depurazione dell’acqua sarà esclusivamente quella solare. Una tecnologia ideata da Solwa srl, start up veneziana che ha già portato i propri impianti in Perù, Burkina Faso e Senegal, e con cui il giovane albenganese ha avviato la principale collaborazione per portare gli impianti di purificazione anche nei villaggi di altri Paesi: «Per ora abbiamo due possibilità: una in Madagascar e una in Zimbabwe. Puntiamo a portare i moduli Solwa in entrambi i Paesi, stiamo cercando di capire da quale dei due sia meglio partire».
L’impianto realizzato da Solwa consiste in una serra solare in grado di depurare acque inquinate sfruttando i raggi del sole e il meccanismo di desalinizzazione: attraverso il passaggio di stato (evaporazione e successiva condensazione), Solwa riesce a dividere gli inquinanti dall’acqua pura. Un processo che non richiede prodotti chimici o membrane, limitando così la manutenzione del sistema e i costi di gestione. Proprio per la sua autonomia e semplicità, la serra è adatta alle esigenze delle piccole comunità, come quelle

dei villaggi africani. Non a caso, nel 2010, la tecnologia è stata nominata “Innovazione per lo sviluppo dell’umanità” dal Programma Ideass delle Nazioni Unite. Anche se il primo obiettivo rimane l’acqua potabile, il progetto punta anche ad altro: «Oltre a questi purificatori, abbiamo intenzione di portare altri due moduli, basati sullo stesso sistema, per la coltivazione nei terreni più aridi o alimentati da acqua marina, e per l’essicazione di cibi, spesso necessaria alla loro conservazione. Cercheremo, per quanto possibile, di soddisfare anche necessità su altri fronti: per esempio, portare delle biciclette».
Una buona occasione per farsi conoscere ci sarà già dal 25 al 31 maggio, quando Elliot for water, insieme a Solwa srl, saranno presenti a Expo 2015, nel padiglione dell’Onu.